#20
FIGLI
Zona Negativa. Un universo in cui nulla è come sembra. L’unica costante di questi spazi sconfinati è che prima o poi vi troverete invariabilmente nei guai.
Fosse anche solo per la spiacevole tendenza della forza di gravità a cambiare ogni cinque, seimila anni-luce (e neanche la velocità della luce è costante in tutta la Zona Negativa), o per l’incontro con una qualche creatura indigena, che secondo le statistiche ha il 67% di possibilità di essere Annihilus, compatibilmente con la sua agenda. In questo universo, la Legge di Murphy sarebbe l’unica branca della scienza con un minimo di attendibilità.
Nel nostro universo, visitare centinaia di pianeti senza trovare mai nessuno e potersene stare in santa pace non è esattamente quello che capita a tutti, ma può essere definito normale considerando quanto è vasto lo spazio. Nella Zona Negativa, che tra parentesi è forse più vasta, o siete il più fortunato figlio di buona donna della storia, o c’è qualcosa di strano. Per fare un esempio, le probabilità di stare a lungo tranquilli nella Zona Negativa sono minori di quelle di sopravvivenza se vendete ad Hulk un paio di pantaloni stretti all’inguine.
Ora, Rick Jones non è solo un grande intenditore di Hulk, ma anche un’autorità mondiale sulla sfiga come effetto collaterale dei super-poteri, quindi non è esattamente impreparato all’accoglienza di una cinquantina di alieni rettiliforme che gli puntano addosso lance d’osso.
-Σ ? – specifica uno degli alieni muovendo in cerchio la punta della lancia.
“Grande, la prima volta da secoli che incontro qualcuno del posto, e dev’essere per forza uno di quei tre o quattro che non hanno ancora inventato un traduttore universale prima dei terrestri” pensa Rick, sospirando mentalmente e mostrando i palmi delle mani, come a mostrare che non ha armi.
Gli alieni si guardano confusi tra di loro, qualcuno appoggia la lancia per guardarsi le mani.
-Rick – scandisce chiaramente indicando se stesso con entrambi gli indici, e ripetendo il gesto più volte. Gli alieni sembrano ancora più confusi, poi il più vicino a Rick alza la coda e lo indica più o meno allo stesso modo.
-ǿ~ςΰ■
Poi indica se stesso imitando il gesto di Rick ma alternando il movimento delle due mani.
-Rick – ripete indicandosi con la mano destra, aggiungendo – ЃЖ¶ξ – quando si indica con la mano sinistra. Poi indica l’alieno al suo fianco e dice – ξΘ≈; infine, indica il cielo ripetendo - ξΘ≈-, terminando la frase indicando Rick e dicendo –Vell.
Rick e l’alieno si guardano per più di quaranta secondi, senza che nessuno dei due si muova.
-Okay, non ho la più pallida idea di cosa cavolo significhi.
Spazio. Non una sua parte in particolare, solo… nello spazio. La mente di Genis-Vell è concentrata su una flebile traccia lasciata da dei motori spaziali che non aveva mai visto. Ad essere precisi, è la sua Coscienza Cosmica a mostrargli la traccia, e la sua mente a seguirla.
Dopo tutta la faccenda Frost è ancora un po’ restio ad affidarsi completamente al suo presumibilmente infallibile sesto senso, proprio perché si è dimostrato molto poco infallibile. Per esempio, non lo ha protetto da un blocco mentale del Capo, né da un attacco Infernale.. Ha continuato a cambiare opinione sulla presenza o meno di un tumore nel suo cuore. Non gli ha fatto capire che il Predatore era suo fratello…anche se, ora che ci pensa, la Coscienza era spenta per la maggior parte dello scontro. Se la Coscienza Cosmica fosse viva, si potrebbe dire che ultimamente aveva ben poca voglia di lavorare.
Viaggiando a velocità molto superiori alla luce, incanalando nelle Nega-Bande energie a dir poco spaventose, ha già rintracciato il punto in cui la nave di Titano ha smesso di segnalare la propria posizione, seguito la scia lasciata dalla nave che Ti ha rubato dopo, e ora sta seguendo le tracce della successiva. Conoscendo il suo codice genetico, scoprire su quale nave è salito è semplicissimo.
Si potrebbe considerare praticamente impossibile un inseguimento tra due galassie quando le tracce sono vecchie di molti giorni, ma non esiste segugio migliore di un super-eroe alieno incazzatissimo col potere di ascoltare l’universo.
E’ comunque necessaria una grande concentrazione per questa caccia, quindi Genis non può permettersi il lusso della compagnia di Rick Jones.
Sfortunatamente, proprio in questo momento Rick gradirebbe non poco il suo aiuto. Gli alieni sembrano leggermente nervosi, adesso: hanno smesso di fare domande nella loro lingua ed hanno iniziato ad agitare sempre di più le lance.
“Forza, Rick… hai incontrato un milione di razze aliene, non vorrai farti fermare da un qualcosa di trascurabile come la totale ignoranza della loro lingua e del loro modo di pensare ? Potrei dirgli “Klaatu barada nikto” per quello che serve !”
-Цдэ╚ﻓ !!! – intima con tono molto arrabbiato quello che, finora, è sembrato il capo del gruppo. Dal suo metro e venti di altezza cerca di affondare la punta della lancia nello stomaco dell’intruso, ma Rick non ha grossi problemi ad anticiparlo e a fermare con una mano la lancia.
-ς ?
-Allora, chiariamo una cosa – risponde l’umano facendo brillare le Nega-Bande – Se fosse per me sarei da tutt’altra parte, ma i miei spostamenti non dipendono esattamente da me, chiaro ? Quindi piantatela di agitare queste cose, tanto non potete farmi niente !
Con estrema sorpresa da parte di Rick la lancia scompare in un bagliore di luce che non è stato lui a causare. Approfittando della situazione gli alieno si dispongono in cerchio, con l’eccezione dell’alieno di fronte a Rick che non fa un solo passo.
-ﻩЖǿΣ, ﻎλςξ barada • nikto ∆ỹ.
Le decine di alieni, Rick, e qualche tonnellata di terreno sottostante si sollevano con un movimento fluido, salendo fino a una decina di metri da terra. Poi, sempre più velocemente, l’improvvisata piattaforma inizia a muoversi verso sud.
-Siete proprio gente strana, voialtri.
Ai confini più esterni della Piccola Nube di Magellano. Un pianeta relativamente piccolo, meno della metà della Terra per dimensioni. L’atmosfera rarefatta brucia a malapena a contatto con la nave che sta atterrando, una vecchia nave militare Kree rovinata dagli anni e dai colpi inferti nelle ultime ore.
Cuscinetti gravitazionali rendono l’atterraggio morbido, nonostante il chiaro rumore di vetri rotti possa trarre in inganno. Una parte dello scafo si sposta, rivelando una rampa in discesa, sulla quale scendono con calma due persone, un uomo massiccio dalla pelle rosa e una donna attraente dalla pelle blu. Entrambi hanno un microscopico dispositivo innestato grossomodo dove gli umani hanno la carotide. I passi sono incerti, dato che i muscoli devono ancora abituarsi alla gravità ridotta.
Dietro di loro, due uomini molto diversi si muovono invece con sicurezza, per due motivi molto diversi. Rogan l’Accusatore grazie agli adattatori gravitazionali inseriti nell’armatura, mentre a Ti-Vell il Predatore basta diminuire la propria massa trasformando ossa ed organi in fotoni; in parole povere, fluttuando.
-Serviva proprio rubare un’altra nave per arrivare qui ? – domanda Zey-Rogg, guardandosi intorno e scorgendo soltanto rocce, erba e strani fiori luccicanti.
-Tecnicamente avete infranto la legge anche solo mettendo piede su questo pianeta… questo settore è sotto il diretto controllo dell’esercito… - si lamenta Rogan, riuscendo a trovare un po’ di coraggio o, più probabilmente, di incoscienza.
-Tecnicamente posso friggerti il cervello neurone per neurone se non la pianti – puntualizza Ti – E poi, dalla guerra con gli Shi’ar non c’è più nessun altro pianeta abitato in questo settore.
-Comunque Zey ha ragione, che ci facciamo qui ? E’ stato un viaggio corto con i motori dell’esercito, ma qui ci sono solo fiori.
Una si china per raccogliere uno degli stranissimi fiori che ha visto. Il gambo è di un acceso colore blu, dal quale esce un bellissimo cristallo di vetro perfettamente sfaccettato, simile a un diamante rotondo, che contiene una specie di polline viola sabbioso. Ti guarda il fiore e sorride.
-Il mio primo grosso affare. Quando ho lasciato il pianeta mi sono portato dietro cinque quintali di fiori e li ho rivenduti ad un rigelliano come rarissimi fiori-diamante di Dakkam. Mi ha pagato una fortuna, mentre era solo vetro.
-Siamo venuti fin qui per raccogliere fiori !?
-No, anche se penso che me ne porterò dietro un paio di tonnellate. Nelle mani giuste possono valere centinaia di milioni di crediti, solo perché sono rari. Sai, l’universo è pieno di cretini che si divertono con poco…
-Ehi, Una ! Senti che rumore buffo che fanno quando li schiacci !
-Appunto.
-Cos’ha a che fare questo pianeta vuoto in mezzo al nulla con il discorso sull’uscire dall’ombra dei nostri padri ?
-Niente.
-E allora perché…
-Perché sette anni fa ho rinunciato a qualcosa qui, e da quella scelta è scaturito tutto quello che sono ora. Adesso, però, inizio a chiedermi se quella scelta non mi abbia privato di un qualcosa che non avrei mai potuto immaginare. E ora, se volete scusarmi, devo vedere una persona…
Genis torna al mondo della fisica newtoniana quando rallenta a velocità sub-luce. Avrebbe di gran lunga preferito sbagliarsi che capitare nella sorta di cimitero di astronavi che si trova davanti. Diciassette navi con chiare insegne Kree. E’ sufficiente guardarle per capire che sono state pesantemente danneggiate (per usare un eufemismo) da potenti colpi energetici che hanno distrutto motori, armi e sistemi di sostegno vitale.
Nello spazio siderale galleggiano i corpi senz’anima dei soldati che non sono stati uccisi dalle conflagrazioni o dalle radiazioni. Genis rabbrividisce; nessun Kree degno di definirsi tale dovrebbe colpire l’avversario in questo modo. E, anche se non accetta completamente le tradizioni dei suoi simili, sa cosa deve fare.
Le Nega-Bande assorbono tutta l’energia fotonica disponibile, brillando fino a quando non sono al loro massimo. Solo quando ha visualizzato mentalmente ogni cadavere rilascia tutto quando, generando una sfera energetica che si espande in cerchio per diverse centinaia di metri.
Neanche una cellula sopravvive, e le navi vengono ridotte in pezzi sparpagliati su diversi milioni di chilometri quadri. Chi ritroverà il luogo della battaglia arriverà alla conclusione che i soldati hanno combattuto a lungo e valorosamente. Così, le famiglie dei caduti non verranno disonorate dalla loro sconfitta.
Ora, però, è il momento di pensare alla sua famiglia. Rintracciare la rotta in linea retta della nave mancante è semplice. Facendo appello a tutta la propria forza di volontà per ricaricare le Nega-Bande così presto dopo la grande esplosione di prima, Genis si collega al flusso fotonico proveniente dalla Piccola Nube di Magellano e, per qualche ora, è la cosa più veloce dell’universo mentre sfreccia nel vuoto tra le galassie.
Confini della Piccola Nube, un piccolo pianeta. Una colonna di pietra alta più di trecento metri, simile a quelle scolpite dal vento. Ma su questo mondo non c’è nemmeno abbastanza vento da spostare un capello, e la colonna si innalza in un punto assurdo dal punto di vista geologico.
Sulla cima di questa strana formazione rocciosa, un cerchio perfettamente sferico e levigatissimo, è seduto un uomo dalla pelle blu e dai capelli d’argento, che non dimostra nemmeno vent’anni. Siede a mezz’aria con le gambe incrociate, le mani tese a formare una V appena sotto la sua testa. Ed è nudo come un verme, anche se in modo ben più regale. Non apre gli occhi quando sente una voce familiare pronunciare il suo nome.
-Kezaaka.
-Ti.
-Speravo quasi di rivederti con addosso un paio di pantaloni.
-Perché sei qui ?
-Neanche un “bentornato” ? O non posso neppure passare a salutare il mio benefattore ?
-Con il tuo ultimo saluto mi auguravi di partecipare ad una violenta esperienza omosessuale con una Bestia di Traal in calore in astinenza da vent’anni. Non sono stato in ansia per il saluto successivo.
-E non hai sentito come ho salutato il vecchiaccio, sei anni fa.
-L’ho sentito, ma se lo ripetessi ad alta voce dovrei meditare per cinquemila anni come penitenza. Non sei qui con il Capitano, però, ma con suo figlio.
-Non ti sfugge niente. Il vecchio ha tirato le cuoia un paio d’anni fa. Non l’ho più visto da…
-Sì, l’ho appreso collegandomi alla mente di uno dei soldati che sono venuti qui tre mesi dopo per rivendicare il pianeta.
-Non ne ho saputo niente.
-Ho cancellato l’evento dalla mente dell’intero Impero. Puoi anche tornare alla tua nave con la tua ciurma, non so niente delle coincidenze delle ultime settimane.
-Detesto parlare con chi mi legge la mente.
-Essere un omnipate immortale ha i suoi vantaggi, ma uccide una conversazione. Ricordi che ti dissi che sapevo saresti tornato ?
-Fino a un paio di mesi fa, avrei giurato che non sarei mai e poi mai tornato qui. Ma adesso…
-…adesso hai capito che non importa quanti mondi tu possa depredare, quanti piaceri terreni tu possa sperimentare, o quanto alta possa diventare la tua taglia… tutto questo non ti sta portando a quello che volevi.
-Sì – risponde Ti-Vell distogliendo lo sguardo, lasciando cadere per un attimo la maschera del pirata senza pietà.
-Allora, ragazzo mio, bentornato.
Molto più in basso, Zey sta caricando sulla nave tutti i fiori di vetro che riesce a raccogliere (escludendo quelli che rompe, che sono quasi i tre quarti). Rogan sta fissando la sommità della strana formazione rocciosa, stringendo il più forte possibile la sua Arma Universale.
Notando il suo nervosismo, Una si avvicina e inizia a guardare anche lei la stessa cosa.
-Da quanto tempo è lassù ?
-Qualche ora – risponde l’Accusatore degnandola a malapena di uno sguardo.
-Apprezzo che tu non abbia più tentato di arrestarci, da quando siamo atterrati.
-Non che non potessi farlo, sia chiaro – risponde con tono incerto – Ma non sono così stupido da mettermi contro il Predatore.
-Aveva ragione…sul fatto che sai che posto è questo ?
-Sì. Non conosco tutti i particolari, ma questo è il pianeta dove sono precipitati il Predatore e mio padre, sette anni fa. Era ancora un criminale da niente, all’epoca, ed era insieme ad un migliaio di prigionieri che venivano trasferiti ad un’altra prigione dopo… una riorganizzazione delle forze nei settori adiacenti.
-Conosco il gergo militare. Avevamo perso. Poi che è successo ?
-Non deve interessarti, donna. Hhm, mi chiedo come abbia fatto tuo padre a proteggerti dai Segugi così a lungo, con così poca discrezione.
-E’ per questo che hai continuato a fissare la scollatura per tutta la missione ?
-Non confondermi con mio fratello, Una. Non sono vittima del fascino femminile come lui, figuriamoci di una succhia-energia.
-Non preoccuparti, se sei come tuo fratello c’è ben poco su cui lavorare.
-Attenta, Una-Rogg, non accetto del sarcasmo da una sgualdrina figlia di un fallito !
-Oooh, quando il capo non c’è il cagasotto si fa coraggioso… Senti un po’ – risponde Una afferrandolo per il colletto dell’armatura e trascinandolo verso di sé -
Mio padre mi leggeva le gesta dei grandi conquistatori Kree tutte le sere, e tu non sei neanche degno di passare alla storia tra i più grandi falliti dell’universo, quindi un’altra parola su di lui e ti ritroverai con qualche attributo di meno prima ancora che mi sia tolta dalle labbra il retrogusto della tua vita !!! Chiaro il concetto !?
Rogan deglutisce alla vista della scarica di energia che passa sulle labbra di Una, vicinissime alle sue.
-C-chiaro.
-Una ! Se vuoi mangiartelo almeno aspetta che mi abbia aiutato con questi fiori del– ehi, cos’è questo fischio ?
A poche decine di metri, una cometa dalla scia rosso e blu si schianta a terra, sollevando tanta polvere da coprire tutta la propria scia. Gran parte dei fiori di vetro esplode solo per l’onda d’urto che si propaga per la flebile atmosfera. Persino la nave trema, e l’impatto è sentito anche sulla sommità dello strano monte.
Una, Zey e Rogan azionano le armi e si avvicinano con estrema cautela al punto d’impatto. Quando vedono due riflessi dorati avvicinarsi a scatti, Zey e Rogan sparano verso la figura che si delinea attorno alla luce, ma i colpi vengono immediatamente deviati e si dirigono fuori dal pianeta.
Poi, passo dopo passo, una figura umanoide esce dal cratere che ha creato, e la sua identità è ben chiara prima ancora che il fumo attorno a lui si sia diradato.
-Avete appena sprecato la vostra unica possibilità di non essere attaccati – annuncia Capitan Marvel.
Nel periodo di tempo necessario a Zey per portare alla massima estensione e potenza il proprio esoscheletro e a Rogan di attivare tutti i sistemi d’arma di cui dispone, Genis ha già eretto una barriera fotonica che basterebbe a fermare tutti i treni in corsa del mondo senza neanche sforzarsi, e lo stesso vale per i loro colpi energetici. Zey decide immediatamente di passare al corpo-a-corpo, mettendosi sulla linea di fuoco di Rogan; guidato dalla Coscienza Cosmica, è facile trovare il momento più adatto per alzarsi in volo e seminare tutti i loro colpi successivi, che seguono la sua scia luminosa per tutto il percorso.
Zey inizia a sospettare qualche falla nella propria strategia quando uno dei suoi raggi colpisce in pieno Rogan, mettendolo al tappeto per qualche secondo.
-Fiero dei tuoi gingilli, Vell ? Affrontami da uomo a uomo !
Appena atterrato, Genis accetta la sfida e resta fermo quando il colossale Kree in armatura carica verso di lui, con abbastanza forza da ridurlo in poltiglia ora che non ha alzato nessuno scudo. Resta fermo mentre il suo nemico urla a più non posso, scansandosi solo all’ultimo istante. Mentre Zey cerca di non cadere, Genis carica la mano destra di energia e colpisce dove secondo la Coscienza Cosmica c’è l’accumulatore che potenzia la forza di Zey.
Sta ancora tentando di voltarsi, cosa non facile quando indossi tre tonnellate di tecnologia, quando un raggio laser ben focalizzato fonde le giunture principali sul petto, e due mani brillanti di luce squarciano l’armatura come se fosse di cartone.
-Vogliamo fare senza poteri ? Nessun problema.
Anche armato solo dei suoi innesti cibernetici, Zey-Rogg non è il tipo da capire quando ha perso una battaglia. Così, si lancia verso Genis lanciando pugni a caso, ricevendo come risposta un unico pugno alla mascella. Anche se ci mette un po’ a capire la situazione, Zey crolla a terra privo di sensi.
-Genis-Vell – urla qualcuno alle sue spalle – Ho emesso un verdetto, e la sentenza è…morte !!!
L’Arma Universale di Rogan emette il raggio antimateria per cui ha impiegato parecchio tempo a ricordare il comando (non credereste a quanti pulsanti nascosti ha un’arma di quel genere), bloccato da Genis con entrambe le mani, circondate da energia luminosa. Anche se Rogan non può immaginarlo, è un attacco molto pericoloso perché le Nega-Bande tentano di entrare in sintonia con l’antimateria, e proprio non volete sapere quante cose possono saltare per aria se emettete antimateria a fiumi. E’ anche abbastanza difficile restare in quella posizione senza far toccare le Nega-Bande tra loro.
Genis si ritrova a digrignare i denti per lo sforzo di estendere lo scudo ed evitare che l’antimateria schizzi in tutte le direzioni, avvicinandosi sempre di più alla fonte. Anche se avrebbe potuto saperlo con la Coscienza Cosmica, è fortunato ad aver attuato questa strategia perché a causa dell’enorme rinculo dell’arma Rogan non può spostarsi a sua volta. A sua volta, comunque, Rogan potrebbe sapere che è il momento di cambiare attacco, ma è troppo nervoso per pensarci e quando inizia ad avere dei dubbi lo scudo di Genis è così vicino che l’Arma Universale si fonde tra le sue mani, colando sul suolo del piccolo pianeta.
-Penso che farò ricorso.
Un pugno allo stomaco ben assestato (e debitamente potenziato) basta per superare le difese dell’armatura aliena e a mettere fuori combattimento anche l’Accusatore. Giusto il tempo di riprendere fiato e chiedersi cosa sia la strana colonna di pietra che ha davanti, e Genis si ritrova le gambe di Una-Rogg sulle spalle, con un coltello di energia diretto verso la sua testa.
-Questo è per mio padre, Genis !
Guidata dalla Coscienza Cosmica, la mano di Genis afferra il polso di Una premendo il nervo giusto per farle lasciare la presa.
-Per la milionesima volta, Una, vostro padre si è ammazzato da solo facendo esplodere lo Psico-Magnitrone. Vi credevo ad impestare i sobborghi di un qualche pianeta sperduto dell’ex Impero, che ci fate qui ?
Senza dare una risposta, Una si sbriga a premere un piccolo pulsante sul guanto destro, che una volta elettrificato è sufficiente a distrarre Genis quanto basta a lasciarla scendere e colpirlo con un calcio alle ginocchia per farlo cadere.
-Preferisco giocare un po’ con le mie prede, di solito – spiega quando carica la pistola che ha estratto dalla cintura – Ma capirai, sono questioni di famiglia.
*Precisamente.
Una vera e propria tempesta elettrica si abbatte sulla pianura, tra cui molti fulmini particolarmente persistenti che circondano Una e Genis.
*Allontanati da lui. E’ mio.
La donna ripone l’arma e obbedisce; non si discute con un fulmine che parla. Mentre Genis si rialza, davanti a lui i vari fulmini convergono in un unico punto, formando una forma umanoide composta di elettricità, che si trasforma lentamente dai piedi fino alla testa in Ti-Vell.
-Ti stavo proprio aspettando, fratellino.
Una-Rogg è sicuramente il tipo di donna che sa quando conviene allontanarsi il più possibile, e non ha tutti i torti a riconoscere questo come uno di quei momenti.
-Non chiamarmi…mai più… in quel modo – ringhia Genis una volta in piedi, guardando dritto negli occhi di Ti.
-Altrimenti ?
-Altrimenti inizierò a chiamarti “Capitano”.
-Devo riconoscere che non sei del tutto un incapace; non è da tutti seguire una traccia così lunga e frammentata. A cosa devo l’onore ?
-Intendo portarti su Titano, trovare il modo di toglierti i poteri, e poi portarti davanti ad una corte marziale Kree per i tuoi crimini.
-E sappiamo entrambi che quelle corti hanno un’unica sentenza. Progetto ambizioso, sai ? Non so come funziona sui pianetucoli su cui hai vissuto, ma dalle mie parti non assegnano una taglia da ottocento miliardi di crediti al primo che passa.
Genis non risponde, troppo intento a fissare Ti negli occhi. Dopo una decina di secondi di silenzio, Ti ridacchia.
-Eheh, stai cercando di vedere se ci somigliamo ? O se assomiglio a nostro padre ?
Ancora nessuna risposta da parte di Genis.
-Dimenticavo, tu non l’hai mai visto. Com’è dedicare tutta la propria vita a diventare come qualcuno che non hai mai conosciuto ? Sai, c’erano cose molto interessanti sui file che ho letto…
Lo sguardo di Genis si fa ancora più determinato di prima, ma non si muove.
-Mi stai guardando con la tua Coscienza Cosmica, per caso ? Ti risparmio un po’ di lavoro: mi trasformo in qualunque tipo di energia, viaggio alla velocità della luce se voglio e non c’è niente che possa impedirmi di ricompormi. Pensi di potermi stare dietro con quella bigiotteria ?
Gli occhi di Genis si rilassano, tornando all’espressione neutra di prima. Quelli di Ti si iniettano quasi di sangue.
-Allora !? Non hai proprio niente da dirmi !?
Con una velocità inaspettata, Genis sferra un pugno direttamente sul naso di Ti, che sbilanciato non riesce ad evitare il successivo calcio nei denti.
-Sì, dovresti sbattere le palpebre meno spesso.
-Pensi di poter fare il furbo con me !? – urla Ti passando le dita della mano sinistra sul sangue, e lanciando gli atomi dell’avambraccio destro sotto forma di energia calorica, che Genis non riesce ad evitare.
-Non ti permetterò di infangare ancora il nome dei Vell, Predatore – lancia la sfida Genis, caricando le Nega-Bande di energia in una posa da pugile.
-E io non mi faccio mettere sotto da un pivellino che ha ereditato le armi di papà !
Il braccio si riforma appena in tempo per l’attacco: Ti carica verso il fratellastro con le braccia di energia atomica, dando pugni superveloci che vengono bloccati esclusivamente grazie alla Coscienza Cosmica, il massimo per anticipare le mosse dell’avversario.
Una scarica di energia non basta ad impedire che la testa di Ti si riformi atomo per atomo, così come una piccola tempesta di elettroni liberi non è sufficiente a cogliere Genis impreparato.
La battaglia procede su un lato fisico per quasi tre minuti, in cui Ti non riesce ad assestare un solo colpo a causa della Coscienza Cosmica, e Genis non riesce a concludere di più a causa della tremenda velocità di Ti. Giunti a questo stallo, è evidente che entrambi devono dare più di quanto credessero per vincere.
Si passa ad uno scambio velocissimo di colpi energetici, il cui unico successo è di far arretrare leggerissimamente l’avversario. Qualunque energia usata da Ti viene deviata dalle Nega-Bande, e qualsiasi frequenza usata da Genis non riesce ad intaccare lo stato intangibile di Ti.
Abbandonata anche questa tattica, Ti-Vell si ritrova per la prima volta da anni con il fiatone, ed è costretto ad ammettere ad un fluttuante Genis:
-Sei bravo.
Lo scontro passa ad un nuovo livello quando Ti si trasforma completamente in energia ed attacca Genis, che riesce ad evitarlo per due volte consecutive prima di essere colpito ed atterrato; Ti però non riesce ad infliggere un altro colpo quando viene riflesso da un altro scudo fotonico.
Approfittando di un millesimo di secondo di confusione dell’avversario, segnalato ovviamente dalla solita Coscienza Cosmica, Genis recupera gran parte delle proprie forze e lancia una scarica di sei metri di diametro che passa attraverso il corpo intangibile di Ti, per poi abbattersi sull’innocua colonna di pietra alle sue spalle. Genis viene distratto dalla vista della colonna che si ricostruisce da sola, e quando avverte l’avvicinarsi di Ti fa a malapena in tempo ad erigere uno scudo veramente risibile.
Momentaneamente a terra, Genis viene colpito con una frequenza sempre maggiore dall’intera gamma di energia a disposizione di Ti, decisamente ampia, ma arrivando quasi a prosciugare le Bande riesce a resistere fino a quando, stremato per le continue trasformazioni, Ti si ricompone non molto distante da lui.
-Non credevo, ma è una gran bella gara. Immagino che siamo praticamente uguali, noi due.
-Noi non siamo uguali !!! – urla Genis rialzandosi.
-Uh ?
-Lo vuoi capire !? Tu sei figlio di Mar-Vell, il più grande eroe della storia Kree ! Non capisci che stai infangando la sua memoria !?
-Tu dici !? Chiedi a qualunque Kree, o persino agli Skrull o agli Aakon, chiunque ti dirà che tuo…nostro padre era il più grande nemico che avessero mai incontrato, uno dei criminali più pericolosi della storia. E dici che io non sono come lui ? Mi sembra che tu abbia idealizzato un po’ troppo quel tipo !
-Stai…zitto !!!
La reazione di Genis è rabbiosa, violenta; si lancia contro Ti con uno spirito combattivo che non aveva mai sognato, che però sfortunatamente ha poco più effetto di tirare pugni a caso nell’aria quando il tuo nemico può trasformarsi in neutrini a piacimento.
-Torna solido ! Torna qui e ripeti quello che hai detto !
*Con piacere.
Prima ancora che l’informazione arrivi al cervello, Ti è alle sue spalle e lo sta colpendo alla testa con entrambe le mani, che esplodono al contatto lasciandolo non poco confuso. Mani e Bande sono pronte all’ennesimo scontro diretto, e l’adrenalina è già a livelli che sarebbero tossici per un essere umano… ma i due contendenti vengono fermati da una scarica di energia che proviene dalla sommità della colonna di pietra, creando un muro energetico che li separa.
-Cosa…
-Sembra che il padrone del locale non gradisca le risse – risponde Ti recuperando fiato.
-Ascolta, non voglio combattere !
-Come no, ti sei precipitato qui come un meteorite, hai attaccato subito la mia ciurma, e non sei stato esattamente a porgere l’altra guancia. Tu sei venuto qui esclusivamente per combattere.
-Siamo entrambi figli di Mar-Vell, Ti. Sono sicuro che potremmo…
-Figli di… Ma non farmi ridere ! Ho letto tutto su di te, dimentichi ? Non sei neanche suo figlio, sei solo una…cosa creata in laboratorio e invecchiata artificialmente… Pama, e io che credevo che mia madre fosse una puttana ! Almeno lei lo faceva per soldi… ma prendere il DNA di un ex che ha appena tirato le cuoia e mettersi incinta da sola ! Per quello che serviva, poteva anche farsi mettere incinta dal primo che passava, magari anche da quel vecchietto… scommetto che non ha salvato tuo padre perché voleva farsela ! E tu credi di poter dire a me come dovrei vivere !?
-BASTA !!!
Genis assalta Ti con una furia talmente grande da mandare in frantumi il muro di energia, arrivando persino a mettere le mani attorno al collo di Ti e a farlo cadere a terra prima ancora che si sia reso conto di cosa è successo. Poi inizia a picchiarlo selvaggiamente, crepitante di energia.
-Tu non mi conosci ! Non sai niente di me e di mio padre, capito ? NIENTE !
Ti si libera con una scarica energetica a malapena sufficiente ad allontanare il fratellastro; non perde tempo a distanziarlo di qualche metro, perché Genis sta già volando verso di lui al massimo dell’energia, con i pugni in avanti pronti a colpirlo.
-Non avresti dovuto insultare mio padre, Predatore ! Adesso è finita !
-Sì, è finita. Questa volta mi hai davvero fatto incazzare, fratellino…
Los Angeles, California. Marlo Chandler-Jones rientra in casa, contenta di essere riuscita trovare un paio di appartamenti per i due nuovi dipendenti della fumetteria. E trovare un appartamento decente a Los Angeles è incredibilmente più dura che salvare l’universo, per cui ha degli ottimi motivi per essere fiera. Appesa la giacca alla copia dell’asse di Silver Surfer sente una discreta raffica di vento… eppure hanno appena rimesso il telo di protezione davanti allo storico buco nel muro.
Sicura di trovare qualcuno arrivato a chiedere l’aiuto di suo marito o, più probabilmente, di Capitan Marvel, si avvicina al suddetto buco.
-Omiodio… - si lascia scappare alla vista di Genis svenuto e sanguinante davanti al buco.
-Che ti è successo ? – gli chiede una volta rigirato, rabbrividendo alla vista delle vistose bruciature che ha sul petto e della faccia tumefatta e gonfia.
-Così veloce…non l’ho neanche…visto arrivare… - riesce a biascicare, prima di sputare sangue e svenire.
CONTINUA…
Nel prossimo numero:
Il ritorno degli Eterni
Kree e l’origine di Ti-Vell ! Vi basta ?