CAPITAN MARVEL #18-22
EREDI
Devi crescere da solo,
non importa quanto fosse alto tuo padre.
Proverbio irlandese
Passata la minaccia del Supervisore…anche se non proprio nel
migliore dei modi possibili… è arrivato il momento per Genis di confrontarsi
con quello che non sa ancora essere il suo fratellastro: Ti-Vell, alias il
Predatore, che ha uno strano legame non solo con gli Eterni Kree ma con
parecchie altre faccende ancora da risolvere…
CAPITAN MARVEL #18
LONTANO DALL’ALBERO
Quando si viaggia nello spazio,
anche se si dispone della più avanzata tecnologia dell’universo, ogni tanto
bisogna fermarsi da qualche parte. Se si è in questa zona della Via Lattea e
non si va particolarmente a genio alle forze dell’ordine, di qualsiasi sistema
planetario, c’è una sola fermata.
Arein, distante almeno due anni
luce dalle maggiori rotte commerciali, e cinque volte tanto dal pianeta abitato
più vicino. A metà tra la versione spaziale di un bar malfamato ed un motel dove
non c’è bisogno di documenti.
La mensa, dove non si può
abbassare la guardia perché chiunque ti può sparare alla schiena, specialmente
mentre mangi. Due umanoidi appoggiano i loro vassoi su uno dei tavoli che
galleggiano a mezz’aria. Qualche mezza tacca si lamenta, ma rinuncia quando
nota la stazza dell’uomo con cui sta parlando.
-Questa roba fa veramente schifo – commenta la donna,
avvolta in un ingombrante cappotto, nascondendo la faccia nell’ombra del
cappuccio.
-Se qualcuno non avesse rotto il sintetizzatore alimentare, forse non ci saremmo dovuti fermare qui.
Il cappotto non riesce a
mascherare bene il massiccio esoscheletro dell’uomo, ma in pochi si soffermano
su altri particolari del suo aspetto.
-Di che ti lamenti ? E’ un posto
tranquillo.
-Probabilmente è pieno di
cacciatori di taglie…
-E allora ? Non sarebbe certo la
prima volta. E poi abbiamo la nostra nave ancorata qua fuori, possiamo
andarcene in un batter-
La donna si ferma, notando
l’agitazione degli altri. In molti si sono alzati in piedi, o hanno fatto
l’equivalente per la loro anatomia. Seguendo il loro sguardo, nota l’esplosione
all’esterno della base spaziale, visibile attraverso le grosse finestre ancora
stranamente pulite.
-Pama ! La nostra nave !
-Stai tranquilla, Una. Non è la
nostra.
-Cosa sei, scemo ? E’ quella
esattamente di fianco a quella che è appena esplosa !
-Dannazione, tutta la parte
posteriore dello scafo è andata. Non andremo molto lontano con quella…
-Ci toccherà rubarne un’altra,
Zey.
-Speriamo ne sia sopravvissuta
qualcuna decente… detesto i modelli di importazione Shi’ar…
Mentre la metà dei clienti corre
verso gli hangar per assicurarsi di avere ancora un mezzo di trasporto, i due
ritornano a sedere… trovando qualcun altro al loro posto.
-Ehi, c’eravamo seduti noi lì !
L’uomo che gli ha rubato il posto
alza lo sguardo dal piccolo computer portatile che tiene in mano. C’è qualcosa
di familiare in lui, e non è solo la giacca militare Kree pesantemente rovinata
dagli anni…
-Davvero ? E che pensate di fare,
chiamare un Accusatore ?
-L’ultimo che ha fatto lo
spiritoso con me ora ha la testa fracassata sulla Grande Torre a Tau Ceti VI…
-Uh. Gli atomi dell’ultimo che ha
fatto lo spiritoso con me ora vagano
nella cintura di asteroidi di Clavius II. Ho vinto io.
-Sei un figlio di…
-Non mi dai nessuna nuova notizia.
Cambiando argomento…ho sentito che volete rubare una nave. Vengo anch’io.
-Tu non hai idea di chi hai
davanti, vero ragazzo ?
-Certo. Siete Una-Rogg e Zey-Rogg,
ricercati dall’Impero, o da quel che ne rimane, con una taglia di cinquanta
milioni di crediti ciascuno.
-Sei…un cacciatore di taglie ? –
chiede Una, preparandosi ad estrarre qualcosa dalla cintura, probabilmente
un’arma.
-No, ma ne ho uccisi parecchi.
Sentite, mi date un passaggio ve la rubo io la nave.
-E se invece prendessimo la tua ?
– chiede Zey facendo la voce grossa, e cosa più importante puntando il fucile
che ha sul braccio destro sulle tempie dell’estraneo.
-Sarebbe un po’ difficile, visto
che è appena esplosa.
I due contendenti si guardano in
cagnesco,cercando di intimidirsi a vicenda e rischiando di attirare
l’attenzione più del necessario. Approfittando della distrazione, Una dà una
veloce occhiata al contenuto del piccolo computer, spalancando gli occhi.
-Lascia perdere, Zey. Lo portiamo
con noi.
-Ma, Una…
Non c’è bisogno di altri
battibecchi: ha già visto quell’espressione sul volto di sua sorella. Poco
prima di risucchiare la vita a qualche preda particolarmente invitante.
Los Angeles, California. E’ notte
fonda, e sebbene “la città che non dorme mai” si trovi da tutt’altra parte, c’è
ancora parecchia vita tra le strade.
Forse qualcuno ha notato la debole
luminescenza emessa dall’alieno che fluttua a mezz’aria, ad una settantina di
metri da terra, le gambe incrociate in un’antica posizione meditativa di
Titano. Che, incidentalmente, è identica a quella classica terrestre.
Non indossa niente sopra la
cintola, e sul suo torace appaiono e scompaiono veloci diverse piccole stelle.
Anche sul volto e sulle palpebre abbassate.
-Ehi, Marv, ma hai una vaga idea di che ore siano ?
-Posseggo la Coscienza Cosmica,
Rick – risponde senza aprire gli occhi – Sono in sintonia con l’intero
universo; posso sentire il suo respiro, ascoltare miliardi di voci invisibili,
vedere-
-…
-No, non ho idea di che ore siano.
-Sono le quattro di notte. Il che significa che il tuo turno è finito da
un pezzo, e che adesso vorrei tornare a dormire a letto con mia moglie perché,
ad essere sincero, queste cavolo di foglie azzurre mi danno l’orticaria. Ma che
razza di pianeta hai trovato !?
-Mi dispiace. Il novantaduesimo
pianeta che visito nella Zona Negativa, e ancora nessuna forma di vita che vada
oltre la più elementare delle piante. Un’altra cosa su cui non ho indagato
quanto avrei dovuto…
-Tutto a posto, Marv ? C’è un motivo particolare per cui te ne stai
seduto tra due grattacieli a guardare i lampioni ?
-Non riuscivo a dormire.
-Già. Beh, ho a che fare con dei super-eroi da quando avevo sedici anni,
quindi il concetto di fare pazzie per prendere sonno non mi è del tutto
estraneo. Però non sono stato fuso a livello molecolare con la maggior parte di
loro, quindi se potessimo tornare a casa…
-Rick…cosa sai dei demoni ?
-Che le loro mogli fanno una vita interessante, a giudicare dalle corna.
Perché ?
-Ho sentito che…quello che è
capitato quando eravamo nel rifugio del C…del Caaa… stupido blocco mentale… del
Supervisore, è stato per colpa dei demoni.
-Così pare.
-Durante quella faccenda, ho avuto
una visione. Di mio padre.
-Grande. Gli hai chiesto come sta Elvis ? Gli sarebbe stato simpatico.
-Non ho avuto occasione di parlare
molto. Ma mi ha detto delle cose che mi hanno fatto pensare.
-A cosa ?
-Solo…pensare.
-Uh. Ovviamente ti rendi conto del fatto che era sicuramente un prodotto
della tua mente, e che, insomma, non eravamo tutti dei campioni di salute
mentale in quell’inferno. Non che lo fossimo prima, tra l’altro.
-Ci ho pensato. Ma era
talmente…viva, come visione, che è quasi stato come parlarci.
-Te lo immaginavi più alto ?
-No, ma alcune delle cose che mi
ha detto…sono vere, a modo loro, che fossi pazzo o meno.
-Ora inizi a farmi preoccupare, Marv.
-E’ solo che…posso sentire il
respiro dell’universo, Rick. E da un po’ ho la sensazione che stia cercando di
dirmi qualcosa, ma che io non sia capace di ascoltarlo.
-Okay, ora sono ufficialmente preoccupato.
-Rick, credo sia successo molto
più di quello che pensavamo al rifugio del C- del Supervisore. Mi sono
concentrato non poco su quello che hanno detto lui e mio padre, negli ultimi
giorni, ed ho la schiacciante sensazione che qualcosa non quadri.
-Anch’io.
-Davvero ?
-Sono le quattro di notte e sto parlando con un alieno convinto che suo
padre morto e l’universo gli lascino degli indizi. Direi che c’è decisamente
qualcosa che non quadra.
-Non sono così pazzo,
Rick…Insomma, lo so che mio padre non può dirmi niente e che…
Le Nega-Bande risplendono,
emettendo segnali intermittenti. Il loro significato è chiaro.
-Mi stanno chiamando.
*Mi ricevi, Genis ? Sono Mentore
di Titano.
-Oh, grande. Che c’è, Thanos è scoppiato a piangere perché la Morte lo
ha scaricato ?
-Dimmi pure, Mentore.
*Temo non sia un discorso
conducibile in questo modo, Genis. Ti è possibile venire su Titano ?
-Non ci provare ! Dopo tutto il casino di Marlo e quei due pelleverde
alla fumetteria, mi devi almeno una notte di sonno !
-E io che c’entro ? Sei stato tu
a-
*Genis, sarebbe più comodo se tu
parlassi con me invece che con Rick. Queste chiamate interplanetarie costano.
-Sarò su Titano domani mattina,
Mentore… diciamo tra cinque ore.
*Bene. Dobbiamo parlare di alcune
cose che riguardano te…e tuo padre. Chiudo.
Rick Jones e Genis-Vell si
guardano attraverso i reciprochi riflessi sulle proprie Nega-Bande. Uno sguardo
assonnato ma significativo.
-Che dici, gli porto un paio di dischi del Re ?
-Ma non siamo in una repubblica ?
-Marv, hai mai considerato le meraviglie dei sonniferi ?
Una stanza dalle pareti verdastre
ed una scarsa illuminazione. Ti non conosce la razza che ha costruito questo
mezzo, né gli importa veramente. I comandi sono relativamente semplici, tanto
che persino Zey è riuscito ad impostare una rotta. Certo, è bastato trovare il
pulsante di accensione e mettere al massimo la velocità, accertandosi di non
schiantarsi contro la stazione spaziale… ma per uno come Zey è pur sempre un
grosso passo avanti.
Da una piccola sfera alloggiata in
un piccolo buco sulla parete escono velocissimi raggi di luce verde, disegnando
come pennelli di estrema precisione una mappa della galassia. Mentre Ti è alla
ricerca del comando per selezionare soltanto la sezione di spazio in cui si
trovano, il grosso cerchio metallico alle sue spalle esegue un giro completo e
scivola di lato, lasciando entrare l’aggraziata figura di Una-Rogg.
-Zey vuole sapere se il nostro
ospite misterioso ha deciso quale rotta seguire…
-Non ancora.
La mano guantata di nero di Una
gli accarezza il collo, ma Ti afferra il polso e lo sposta.
-Piantala.
-Hai qualche problema con le donne
?
-Più che altro, ne ho parecchi con
gli esseri viventi. Ecco, trovato.
Miliardi di stelle spariscono nel
giro di una frazione di secondo, lasciandone sono un centinaio. Un quadrato blu
lampeggia, indicando la posizione attuale della nave.
-Te la cavi bene, per uno che non
aveva mai messo piede su una nave come questa.
-Quando hai visto un sistema di guida
tridimensionale li hai visti tutti. Quale è la vostra destinazione ?
-Terra. La conosci ?
-So dove si trova. Che ci andate a
fare ?
-Vendetta. Il figlio dell’uomo che
ha ucciso mio padre si trova lì.
-Hhhmmm.
Ti fissa per qualche istante il
settore in cui si trovano, totalmente disabitato. Lo conosce; la loro rotta è
inclinata di quasi novanta gradi rispetto a quella necessaria per raggiungere
la Terra.
-L’uomo che ha ucciso tuo padre è
ancora vivo ?
-No, è morto anni fa.
-Allora perché cercare suo figlio
?
-E’ morto per cause naturali. Non
è stata fatta giustizia. La faremo noi.
-Giustizia ? Da quando i ricercati
si preoccupano della giustizia ?
-Dipende tutto dai punti di…ehi,
non rispondo alle domande di uno che non mi ha nemmeno detto il suo nome.
-Curioso. Assorbire l’energia
vitale al primo appuntamento lasciando uno scheletro fumante va bene, ma niente
domande.
-Cerchi rogne ?
-Questa è una domanda.
-Non so chi ti credi di essere,
ma…aspetta, che stai facendo ?
Le stelle aumentano così
velocemente da illuminare la stanza come un tuono silenzioso. La Via Lattea
appare in tutto il suo splendore, iniziando poi a rimpicciolirsi sempre di più.
Quando è poco più grande di una stella appaiono altri piccoli ammassi di luce.
Le galassie più vicine. Si forma una linea sottile tra due tra le più vicine.
Una riconosce la destinazione come la Grande Nube di Magellano, come la
chiamerebbero i terrestri. Il nome Kree, tradotto, sarebbe…
-La Galassia Originale !?
-Andremo qui – risponde Ti
indicando un angolo della galassia.
-Non ci arriveremo mai con una
nave così piccola !
-Non ho detto che ci arriveremo
con questa nave.
-Perché non ci andremo ! La nostra destinazione è la Terra !
-Non più.
-Allora avevo ragione, sei un
cacciatore di taglie, non è così ? – domanda rabbiosa mentre dai bracciali
escono due lame di venti centimetri, abbastanza acuminate da passare attraverso
i tessuti ossei della maggior parte degli esseri viventi. Sempre che si abbia
la possibilità di avvicinarsi. Una non ha nemmeno il tempo di fare un passo
avanti, né di capire cosa estragga Ti – sempre che l’abbia fatto. Quello che fa
in tempo a vedere è una scintilla sulla sua mano, prima che due raggi di
energia distruggano le lame. Non ha altre armi in questo ridotto costume. Il
prezzo della seduzione.
Si lancia contro Ti, nel tentativo
di strangolarlo, ma con la stessa velocità di prima (non che fosse possibile
misurarla) riceve un pugno sulla mascella, abbastanza forte da farla cadere a
terra. Per un attimo le sembra di avvertire la sensazione che prova quando
assorbe dell’energia vitale, anche se in quantità insignificante.
Cerca di rialzarsi, ma lo stivale
sinistro di Ti spacca a metà il comunicatore installato nella cintura e allo
stesso tempo, tutt’altro che involontariamente, le toglie il fiato. Con un
gergo degno di uno scaricatore di porto spaziale Skrull, gli urla insulti
riguardanti le sue tendenze sessuali e la professione della madre, ma non c’è
già più nessuno da insultare. Senza che la porta sia stata aperta, Ti è
scomparso.
Cabina di pilotaggio. Nome arcaico
per una stanzetta con due sedie arrugginite, cinque schermi ed una tastiera che
muta forma a seconda dei comandi richiesti.
Lo schermo principale, talmente
grande da poter essere scambiato per un vetro, non mostra niente di
particolarmente interessante per chi è nato in una cultura interstellare o per
chi abbia visto un po’ di film terrestri. Anche se così non fosse, raramente
gli interessi di Zey-Rogg coincidono con quelli degli altri.
Si è innervosito abbastanza nel
cercare di capire come far partire la nave, quindi non si mette troppo a
riflettere sullo sconosciuto che sua sorella ha portato a bordo. In fondo, Una
è abbastanza in gamba da cavarsela. E se così non fosse…pazienza, avrebbe dimostrato
di non essere degna dell’eredità dei Rogg.
Sempre che ci fosse, questa
discussa eredità…si potrebbe dire che iniziò e finì con Yon-Rogg. Anni prima,
Zey aveva tentato la carriera militare, per emulare il padre. Ma anche se i
Kree ammirano gli spiriti indomiti, raramente gradiscono l’insubordinazione.
Strana ironia, che i figli di uno
dei più rinomati Colonnelli della storia Kree si siano ritrovati ad essere
braccati come comuni criminali… mentre il figlio del più grande traditore
dell’Impero viene persino ritenuto un eroe da qualche razza barbara. Ancora per
poco, però: giusto il tempo di raggiungere il sistema Sol.
Soltanto ora Zey esce dal proprio
flusso di coscienza (inutile sottolineare quanto sia stato breve il viaggio),
accorgendosi di non essere più sulla rotta precedente. Come lo abbia capito,
nonostante una congenita difficoltà a comprendere le cose più ovvie, resta uno
dei grandi misteri della mente Kree. Uno dei molti.
-Pama ! Stiamo andando nella
direzione sbagliata !
I controlli non sono particolarmente
agevoli per le grossa dita di Zey, rese ancora più inutili dalla fretta. Un
bagliore giallastro illumina la stanza, ed il colosso si volta per osservarne
la fonte. Il navigatore ancora senza nome lo fissa, avvolto da un debole
bagliore.
-Ingegnosa come nave. Credo sia
dei Kernel, o di qualcuno della loro zona. Mi sa che farò un salto da
loro…sempre che scopra chi accidenti sono, e sempre che me ne importi qualcosa.
-Di che parli ?
Zey inizia a diventare nervoso. La
prima cosa che insegnano all’Accademia Imperiale è a guardare il nemico negli
occhi. Gli occhi di Ti ora emanano luce.
-Una volta nel mio equipaggio ho
avuto uno Shi’ar che diceva che la struttura delle navi dice molto sulla
cultura che le ha costruite. Per esempio, i comandi delle navi Kree sono
esclusivamente nella sala di comando, a simboleggiare la maniacale ricerca di
controllo. Le navi Shi’ar invece hanno postazioni di comando multiple, e per
quel tizio era segno di estrema civilizzazione. Si dimenticava però che l’unica
sezione in grado di controllare la nave senza l’autorizzazione del capitano è
quella dedicata alle armi. Bravo soldato. Mi è dispiaciuto farlo fuori, ma non
sopporto gli ammutinamenti.
-Dove stiamo andando ?
Ti osserva la propria mano mentre
cessa di essere carne e sangue per diventare energia. Zey dà energia al proprio
esoscheletro, diventando ancora più massiccio ed imponente di prima. Non che Ti
sia minimamente impressionato.
-Divago. Di solito non lo faccio,
ma è raro che mi stiano a sentire. Dicevo… la nave può essere controllata anche
dalla sezione cartografia, che può escludere il comando centrale. Chissà,
magari per qualcuno questo dice qualcosa su questi Kernel.
-Rimetti subito la nave sulla
rotta precedente ! Ti avverto…
Zey punta il fucile che ha
sull’avambraccio contro la faccia di Ti, che sorride. Un suono bizzarro segnala
l’attivazione del sistema di comunicazioni interno.
-Zey, che fine ha fatto l’altro ?
-E’…sotto controllo, Una.
La voce tentennante e la goccia di
sudore sulla fronte indicano il contrario, veramente.
-Dobbiamo buttarlo fuori dalla
nave e andarcene il prima possibile ! Credo sia il Predatore… non fare niente
di stupido o siamo morti, Zey !
Il figlio di Yon-Rogg stringe in
pugno, rilasciando abbastanza energia da far esplodere la testa di Ti come un
buffo palloncino. Frammenti di cranio e di cervello si fermano a mezz’aria per
un istante; poi miriadi di raggi di luce partono dalla loro posizione,
ricostruendo la testa come se fosse uno strano puzzle.
Tutto questo agli occhi di un
osservatore attento. Quello che importa a Zey-Rogg è che la testa del suo
bersaglio è esplosa e si è ricostruita.
-Ora…questo è decisamente quello che definirei stupido. Non sei d’accordo ?
Zey si vede arrivare addosso
quello che, a prima vista, è soltanto un pugno di luce. Che però emette
abbastanza energia termica da formare un alone di aria calda pressoché solida.
Tutto questo, solo nel caso in cui il pugno non abbia incrinato pesantemente la
vostra corazza di plasti-acciaio temprato; in quel caso, non è particolarmente
interessante.
Zey fa soltanto un passo indietro,
prima di essere investito da un colpo più veloce del suo occhio che lo
scaraventa contro il muro. Perde l’equilibrio e cade ingloriosamente a terra,
ritrovandosi a pochi centimetri dalla faccia la mano energetica di Ti,
caldissima.
-Fai un solo respiro senza che io
te l’abbia ordinato e ti ritroverai senza faccia. Miglioreresti soltanto,
comunque.
-Una ! Uccidilo !
Soltanto ora Ti si volta e vede la
donna dalla pelle blu puntargli contro un fucile così pesante da riuscire a
malapena a sollevarlo. Nel giro di un secondo, la mano destra torna ad essere
carne e sangue e l’avambraccio sinistro lascia spazio ad un flusso di
elettroni, che colpiscono l’arma come una frusta. Come se fosse elastico, il
braccio torna indietro e ritorna materia.
-Dilettanti.
-Ti ammazzo !!!
Zey si alza il più in fretta che
può, pronto a saltare al collo di Ti, meno della metà in quanto a massa.
-Non ti avevo detto qualcosa,
riguardo le cose stupide ? E poi c’è ben altro di cui preoccuparsi, adesso.
Un altro colpo rimette Zey al suo
posto. Non esattamente dispiaciuta nel vedere qualcuno dare una lezione al
fratello, Una si tiene a debita distanza e nota:
-Gli allarmi stanno suonando… chi
li ha azionati ?
-Credo fosse una nave di
contrabbandieri, quindi è più che normale che sia progettata per restare alla
larga dalle autorità. Guarda qui – indica uno degli schermi picchiettandoci
sopra.
Una si avvicina, incurante del
fatto di essere a pochi centimetri dall’uomo che ha appena steso Zey. Quello
che viene segnalato dalla strumentazione è molto più importante.
-Pama ! Siamo circondati !
-Andiamocene… - suggerisce Zey
mentre controlla la bruciatura al naso che si è appena procurato.
-Non si può. I comandi sono
bloccati, e poi non siamo abbastanza veloci.
-Quante navi per una coppia di
dilettanti. Due incrociatori e sedici navi di appoggio…qualcuno ce l’ha
seriamente con voi.
-Forse cercano te.
-Improbabile. Ci sarebbero almeno
sedici incrociatori e magari una corazzata, sempre che ne abbiano ancora in
dotazione.
-Se sei così importante, potremmo
consegnarti a loro e-
Non c’è nemmeno il tempo per
finire la frase: Zey è già a terra a cercare di fermare il sangue che gli esce
dal naso.
*Figli di Yon-Rogg ! – gracchia il
sistema di comunicazioni – Per ordine dell’Accusatore Supremo, vi giudichiamo
traditori dell’Imprero e vi condanniamo seduta stante alla pena di morte. Avete
sedici zrek per arrendervi e guadagnarvi una morte indolore.
-“Accusatore Supremo” ? O sono rimasti parecchio indietro o fanno
capo a qualche cellula clandestina.
-Da quando siamo traditori !?
Siamo i figli di Yon-Rogg, per Pama !
-Ehi, se sei così in gamba, come
sei finito in trappola così ? – chiede Zey rialzandosi malamente in piedi.
-Sapevo che c’era un posto di
blocco qui. Mi limito a passarci dentro, come al solito. Sentite…siete degli
incapaci con delle mire troppo grandi e nessun obiettivo serio. Vostro padre
era una leggenda, adesso è sinonimo di fallito. Volete riuscire dove lui ha
perso ? Volete mostrare che non è vero che un frutto cade sempre vicino
all’albero ?
-Cos’è che vuoi, Predatore ?
-Un equipaggio. Consideratevi
arruolati nella mia nuova ciurma.
I due fratelli si guardano,
capendo subito che non hanno molte altre speranze. Possono sempre tradirlo alla
prima occasione, dopotutto.
-Bene. Questa volta ci penso io a
risolvere tutto. Un’ultima cosa…
Ti solleva le maniche della giacca
militare, trasformando quanto scoperto in energia purissima.
-Chiamatemi Ti-Vell.
CONTINUA…
Note
Numero di pausa per riprenderci
dalle fatiche di Inferno2, e per approfondire il personaggio di
Ti-Vell. I figli di Yon-Rogg vengono naturalmente dalla serie americana di
Capitan Marvel, anche se la loro apparizione ad opera di Peter David non rientra
nella nostra continuity. Inutile dire che resteranno nei paraggi ancora per un
po’.
CAPITAN MARVEL #19
EREDI
Los
Angeles, California. Golden
Al, un uomo di cui nessuno conosce
il cognome e, fortunatamente, neanche il nome completo, apre il negozio di
fumetti in cui lavora. Leggermente in ritardo rispetto al solito. Non che di
solito sia molto puntuale. Ma questa fumetteria è famosa nella zona per essere
totalmente imprevedibile.
Tralasciando lo strano caso di una
fumetteria del Missouri in cui era entrato uno dei marziani ai tempi
dell’invasione, questo è senza dubbio il negozio di fumetti più strano della
storia.
Mentre sta ancora per entrare,
vede arrivare in lontananza la proprietaria del negozio, Marlo Chandler-Jones,
a cui nessuno ha mai fatto notare quanto sia strana esclusivamente a causa di
un blando errore di programmazione presente nei cervelli dei maschi della sua
specie.
Al suo fianco, una ragazza più
giovane (se lo chiedete a Marlo, ha la sua stessa età) con una gonna grigio
chiaro ed un maglioncino viola, ed un ragazzo sui vent’anni con una camicia
viola e jeans blu strappati. Questi due hanno pelle e capelli verdi, anche se
nel caso della ragazza Al non l’ha notato subito.
Sfortunatamente per entrambi,
mancano trent’anni alla pubblicazione di “L’influenza dei raggi gamma sul senso
estetico” e del suo seguito “Raggi gamma e il colore viola: un caso ?”, del
dottor Leonard Samson.
Nonostante trovi la ragazza
abbastanza carina, Al non sopporta i due dipendenti di Marlo. Lui non fa altro
che leggere fumetti e spiegare a lei le trame, Extreme Werewolf Vampires in
particolare. Se non altro, da quando Rick e Capitan Marvel non passano più da
quelle parti, li hanno rimpiazzati come attrazione principale.
Dopo averli salutati con un vago
cenno della mano, Al spera che almeno questa possa essere una giornata
vagamente normale.
Lontano dalla Terra. Più
precisamente, la Zona Negativa. Possibilmente l’universo parallelo più
pericoloso in cui vi possiate trovare. Rick Jones è stato parecchie volte in
questo posto, più di quante voglia ricordare. Generalmente, quando si trova
qui, possono capitare tre cose.
Primo, può trovarsi davanti
Annihilus. Come se uno arrivasse nel nostro universo e si trovasse
immediatamente davanti Galactus: sfiga pura.
Secondo, può trovarsi a fluttuare
nello strano spazio che c’è qui, dove si respira. L’ultima volta Rick si è
messo a fischiettare tutta la discografia di Buddy Holly al contrario, pur di
non impazzire per il silenzio assordante dello spazio. Da allora, Rick non
sopporta il silenzio. Non che prima fosse molto taciturno.
Terzo, può trovarsi a non fare
assolutamente niente mentre un Vell a caso sta rischiando la vita, facendo da
telecronista e commentatore sagace a tutta la vicenda.
Questo per far capire quanto sia
insolito per Rick Jones trovarsi seduto su un sasso nella Zona Negativa, in
mezzo a un deserto dove ci sono 21 gradi, con un bloc notes sulle gambe. E
tutto questo per due ore di fila, senza un solo commento di Genis. Silenzio
assoluto e totale. Per Rick Jones, l’inferno al cubo.
-Marv ?
Nessuna risposta, neanche un filo
di vento.
-Andiamo Marv, lo so che mi stai
sentendo. Se non mi parli entro dieci secondi, mi metto a leggere a voce alta
quello che ho scritto, e so che sei costretto a sentirmi.
-Se è il testo di una tua canzone, vado subito a schiantarmi sulla
cintura degli asteroidi.
-Oooh, finalmente ! Per un po’ ho
creduto di essere stato fuso a livello molecolare con Freccia Nera.
-Chi ?
-Lasciamo perdere. Mi rendo conto
che rispetto a me non sei mai stato un grande oratore, ma si può sapere che è
tutto questo silenzio ? Non spiaccichi due parole dallo scambio !
-Scusa, Rick, è che sono…uh…molto concentrato per il viaggio a Titano.
-Marv, se c’è una cosa che riesci
a fare peggio delle battute è mentire. Che c’è ?
-Niente, è solo…è complicato.
-Come vuoi. Ho giusto qui davanti
quindici pagine del mio prossimo libro…
-NO ! E’ tutta quella faccenda del Supervisore, ecco, sì. Quello,
l’entrata nei Vendicatori, questa chiamata urgente da Mentore…
-E’ da quando siamo
tornati dalla fortezza del C-c-caaaa- dannazione al blocco mentale… del
Supervisore, che sei fuori fase.
-Condivido le mie molecole con un essere umano in un’altra dimensione,
Rick. E’ perfettamente normale che sia fuori fase.
-Ora sono veramente preoccupato,
Marv. Quella sembrava quasi una mia battuta.
-Siamo quasi arrivati a Titano. Se non ti va di scambiarti con me, puoi
anche stare zitto.
Rick riprende il proprio silenzio.
Genis sa che il motivo per cui non ama particolarmente Titano è che gli ricorda
la morte del primo Capitan Marvel. Che abbia sottovalutato quella faccenda sul
tumore ?
“Preferirei tatuarmi sul braccio
tutto Chapter One piuttosto che credere al Capo” pensa “E poi, diciamocelo, è
talmente banale che una cosa del genere capiti proprio a Genis che sono portato
a escluderlo. Cavolo, lui ha la Coscienza Cosmica… potrebbe anche scoprire qual
è l’ingrediente segreto della Coca-Cola, se solo ci si concentrasse… è ridicolo
che possa non sapere di avere un tumore. D’altronde… se non fosse un’invenzione… Mentore è un Eterno, dispone di una
tecnologia avanzatissima e conosce a memoria il codice genetico di Genis. Al
limite posso provare a dare un indizio a Mentore per dirgli cosa cercare… Genis
non capirà cosa voglio fare, quando mai pensiamo la stessa cosa noi due !”
Nello stesso momento, in orbita
discendente a spirale attorno a Titano, satellite di Saturno…
“Preferirei incidermi sul braccio
tutto il libro di Rick piuttosto che credere al Supervisore” pensa Genis-Vell
“E poi, a dire la verità, è troppo stupido che una cosa del genere capiti
proprio a me, lo escluderei. Dannazione, io ho la Coscienza Cosmica… potrei
anche scoprire cos’è quel Chapter One che Rick ha citato ieri, se solo mi ci
concentrassi… è ridicolo che possa non avvertire il tumore di cui parlavano il
Capo e l’apparizione di mio padre. D’altrone… se non fosse un’invenzione… Mentore conosce a memoria il mio DNA.
Potrei dargli un indizio per dirgli cosa cercare… Rick non capirà, quando mai
pensiamo la stessa cosa noi due !”
Poi, quando entrambi vedono
spalancarsi l’entrata segreta che porta nel sottosuolo di Titano, alzano
mentalmente le spalle.
“Naaah… ci ho pensato troppo. E’
solo uno stupido piano del Capo !” pensano entrambi.
Lontanissimo dalla Terra. Senza
esagerazione.
Ad un attento osservatore, è molto
chiaro che cosa ci sia in comune tra le molte razze dell’universo. Possono
essere in disaccordo su qualunque argomento, possono attribuire i valori più
disparati ad una cosa di poco conto, le loro definizioni del senso della vita
possono essere agli antipodi… ma nessuna, nessuna
razza dell’universo conosciuto considera una bella situazione l’essere
circondati da diciotto navi nemiche grandi cinquanta volte il vostro mezzo.
Controllate.
Sicuramente, per i figli del
defunto Colonnello Yon-Rogg e una parte di quanto resta del Corpo Accusatorio
Kree (le suddette diciotto navi), tutto questo corrisponde alla sacrosanta
verità.
-F-facciamo ancora in tempo a
scappare ? – domanda Una-Rogg al fratello Zey.
-No, e comunque siamo circondati.
-Che armi abbiamo a bordo ?
-In confronto alle loro, petardi.
-Non resta che una sola cosa da
fare, sorella…
-Certo. In quanto figli della più
grande mente militare della storie Kree, non ci resta che una soluzione.
Due mani sfiorano il pannello di
controllo, per mandare una comunicazione su tutte le bande disponibili.
-Ci arrendiamo – comunicano
all’unisono, evitando di premere il pulsante desiderato perché fermati da un
suono del tutto inaspettato. Una risata.
Ti-Vell, precedentemente
conosciuto come Ti-Mell, loro attuale autoproclamatosi capitano, sta ridendo a
crepapelle. Le braccia sono ancora composte di energia, e quando si sfiorano
rilasciano scintille che tornano immediatamente a far parte degli arti.
-Che c’è di così divertente !?
-Rogan !
I fratelli si guardano negli occhi
ed alzano le spalle. Stanno per chiedere spiegazioni, quando notano il ghigno
sul volto del loro capitano. Le braccia ridiventano carne e sangue, e
reprimendo un’altra risata il Predatore apre una comunicazione.
-Ehi ! Chi si rivede, eh ?
*Ma chi parla ? Possibile che mi
vengano passate chiamate del genere !? – gracchia il comunicatore.
-Sono io, Ti ! Andiamo, possibile
che tuo padre non ti abbia parlato di me ?
*Conosco almeno una dozzina di Ti
!!! Come osi usare questo tono confidenziale con-
-Sono il Predatore.
*…
-Allora, vuoi deciderti a portare
le tue chiappe blu a bordo ?
-Capitano, stanno caricando le
armi ! – urla Zey preoccupato, come è sempre quando si trova davanti qualcuno
che non può zittire a pugni.
Diciotto scariche colpiscono in
pieno gli scudi della nave, che si deformano sotto la tremenda pressione
esercitata. La gravità artificiale non è sufficiente a garantire un volo sicuro
in queste circostanze, così i tre passeggeri si ritrovano distesi sul pavimento
prima ancora di essersene accorti.
Quando Zey si sta faticosamente
rimettendo in piedi, si trova una luce accecante proprio in mezzo agli occhi.
E’ soltanto il dito indice di Ti-Vell, ma interamente tramutato in energia, più
che sufficiente a spargere sulle pareti il poco cervello di Zey.
-Prima regola sulla mia nave: nessuno mi chiama “Capitano”, sono stato
chiaro !?
*Ti-Mell, noto come “Il Predatore”
! Sei stato condannato in contumacia a settecentomilaquindici condanne a morte
per i seguenti capi d’accusa: danni a beni mobili e immobili per un valore di
tredicimilacinquecento miliardi di crediti, tra cui cinque corazzate
dell’Impero e l’approvvigionamento di quattordici colonie; furto di materiale
bellico per l’ammontare di sei miliardi di crediti; infrazione dei codici di
transazione commerciale con le colonie esterne, secondo l’articolo 1194 comma
74 bis; novantasette omicidi, cinquantadue lesioni a pubblico ufficiale, ed il
mancato pagamento di quindici anni di tasse. Ultimo desiderio ?
-Sì. Puoi mettermelo per iscritto,
che non riesco mai a ricordare tutta la mia fedina penale ?
-SIAMO MORTI ! – urlano Una e Zey,
abbracciandosi l’un l’altra quando vedono tutte le armi nemiche attivarsi in
contemporanea.
Ti-Vell si concede un mezzo sorriso
mentre si toglie la giacca militare e la lascia cadere a terra.
-Okay, ora basta giocare.
Titano. Un posto generalmente
tranquillo. Se solo non avesse la particolarità di aver dato i natali ad un
certo adoratore della morte e se non si ostinasse ad avere a che fare con
super-eroi terrestri e politica interstellare ogni due settimane…
Per Genis, questo posto è
semplicemente “casa”. Certo, sa di avere nato in una provetta nei sotterranei,
di averci passato al massimo un mese prima di trasferirsi altrove, e che tutti
i ricordi che ha in merito sono artificiali. Però, che sia vero o meno, per lui
questo è il posto dove è cresciuto.
A giudicare dal timbro di voce di
Mentore deve trattarsi di una faccenda importante, per cui non si ferma a
parlare con nessuno e vola direttamente dove la Coscienza Cosmica gli indica –
la posizione di Mentore, alla banca dati centrale di ISAAC.
Nota: per chi non gli avesse mai
parlato, Mentore di Titano possiede solo due toni di voce: quello da catastrofe
cosmica e quello da calma assoluta. Non c’è via di mezzo, quindi se vi
capitasse di sentirlo parlare con un misto di queste due voci iniziate a
preoccuparvi.
-Genis… - saluta pacatamente con
tono “calma assoluta”, senza distogliere lo sguardo dalle complesse sequenze di
DNA che scorrono sugli schermi. Ad un osservatore poco attento, comunque,
sembrerebbero una serie infinita di linee alla rinfusa.
-Quanto tempo, eh Mentore ? Non ci si vede da almeno due catastrofi
planetarie !
-Ehm…
-Bentornato, Rick. Dall’esitazione
di Genis immagino tu abbia appena fatto un’osservazione sagace sul nostro
incontro.
-Ti ha salutato anche lui,
Mentore…vero, Rick ?
-Sai, ogni volta che lo vedo mi chiedo perché non si tinge i capelli…
-Hm. Come no. Perdona la mia
franchezza, ma mi attendono importanti questioni di politica interstellare e
non voglio che la traccia sia troppo flebile per te, quindi arriverò al punto
cruciale. Hai un fratello.
-…
-…
-Credevo di dover attendere che
mio figlio maggiore avesse distrutto l’universo per vedere voi due senza parole.
-Un…fratello, Mentore ?
-In effetti sotto quei capelli biondi il buon vecchi Marv poteva anche
nascondere un paio di corna. Non pensavo che Elysius-
-Zitto, Rick !!!
-Oserei dire che era ora che tu
glielo dicessi, Genis. Prima che tu me lo chieda…sì, ne sono sicuro. Vedi
questi schemi genetici ?
-A me sembrano solo una serie
infinita di linee alla rinfusa.
-E’ la comparazione del DNA di tuo
padre con quello di tuo fratello…non c’è dubbio.
-E…chi sarebbe questo…
-Conosci quest’uomo, Genis ?
L’immagine sullo schermo è
inconfondibile; soprattutto perché accanto all’immagine di Ti-Vell c’è il
manifesto della sua taglia emanata dall’Impero Kree.
-Il Predatore…sarebbe mio fratello
!?
-Fratellastro, per la precisione…
i suoi geni sono interamente Kree. Dunque vi conoscete ?
-L’ho incontrato qualche tempo fa.
-Dì piuttosto che ti ha preso a calci nel sedere per tutto il Sistema
Solare.
-Ma che ci faceva qui ?
-A causa di un…errore di
programmazione…di ISAAC, ha ottenuto una nave e tutte le informazioni sulla
vita del padre, codice genetico compreso. Solo qui ha scoperto di essere figlio
di Mar-Vell…anche se nemmeno io capisco bene da dove arrivi, le informazioni su
di lui sono molto frammentarie.
-Dov’è adesso !?
-Ho fatto molte indagini durante
il tuo viaggio. Secondo le ultime informazioni è stato nel sistema solare di
Arein.
-Lo conosco. Posso arrivarci in un
paio d’ore.
-A quest’ora se ne sarà già
andato. Non so se la tua Coscienza Cosmica può seguire una pista così lunga
dopo troppe ore, quindi ho pensato che preferissi non perdere altro tempo.
-Hai fatto bene, Mentore. Partirò
immediatamente, se non ci sono altre-
-Ahem !
-Che c’è, Rick ?
-Uh, senti…dato, uh, che a Los Angeles c’era…uh…sai com’è,
quell’influenza…uh…pensavo…uh, visto che sei un alieno e tutto il resto…non è
che, uh, potresti chiedergli…
-Ti sembrerà una domanda strana,
Mentore…
-Da parte di un figlio artificiale
che sta per inseguire un figlio illegittimo dello stesso padre ? Non credo
proprio.
-Potresti dirmi il mio stato di
salute ?
-In effetti mi sembra che tu abbia
dormito troppo poco, ma a parte questo sei in ottima forma.
-Con una sola occhiata, wow…potrebbe essere l’unico chirurgo non
plastico di Los Angeles ad essere ricco.
-Grazie, Mentore… non farò perdere
altro tempo né a te né a me stesso.
Senza neanche il tempo di un
saluto, Genis vola fuori dalla stanza, lasciando Mentore con ancora qualche
dubbio. Spegne gli schermi e, con le mani dietro la schiena e uno sguardo
meditabondo, riflette.
-Hhhmm. Un altro Vell. A volte, la
vita è più pazzesca dei programmi terrestri che guardava Eros.
Lontanissimo dalla terra, così
lontano che non conviene neanche soffermarsi su quanto siamo dannatamente
lontani.
Per quanto malandata, una nave da
guerra dell’Impero Kree rimane una nave da guerra dell’Impero Kree, trascurando
il fatto che non c’è più nessun Impero ufficiale. A volte può non sembrare, ma
ai tempi d’oro i Kree erano famosi per la propria strategia militare. Una delle
più utili consiste nel circondare l’avversario posizionando le proprie navi
come una sfera centrata sul nemico. Bella scoperta, si può pensare, nessun
militare Kree si è mai lamentato: ha sempre funzionato.
Così si può spiegare perché,
quando una delle diciotto navi esplode da un momento all’altro senza una
spiegazione apparente, le altre diciassette restino ferme e non si sbrighino a
friggere la minuscola nave che accerchiano: i soldati sono troppo occupati a
guardare a bocca aperta.
Alla distruzione della seconda
nave, posizionata di fianco alla precedente, la sorpresa lascia spazio alla
determinazione, e tutti sono pronti a sparare. Poi, però, esplode una nave
dall’altra parte dello schieramento, e inizia a serpeggiare il sospetto che si
possa morire prima di fare fuoco.
Quando la quota di navi esplose
sale a sette, tutte in ordine sparso, è chiaro che conviene sparare prima che
non sia rimasto più nessuno. Così, a venticinque secondi dall’esplosione della
prima nave, le restanti undici fanno fuoco… mancando il bersaglio. Zey-Rogg
sarà anche uno scimmione con un cervello grande quanto una noce, ma non è
neanche del tutto deficiente.
Quando esplode la decima nave, in
molti decidono di rischiare di essere degradati piuttosto che morire in
un’esplosione. Purtroppo, le loro navi potranno anche essere in grado di
viaggiare nell’universo in un batter d’occhio, ma le loro mani sono più lente
di un essere che si muove alla velocità della luce.
Ovviamente, dalla nave rubata dai
figli di Yon-Rogg non si può apprezzare la sottile strategia di Ti; i due
ricercati vedono solo diciassette navi esplodere l’una dopo l’altra in ordine
casuale, e più che per le vite dei soldati sono preoccupati per l’eventualità
di essere colpiti.
A bordo della nave più grande è
quasi panico, a dimostrazione di come sia caduta in basso la qualità
dell’addestramento delle truppe. Certo, molto dipende anche dalla quasi totale
incompetenza del loro comandante.
Un raggio di radiazioni ad alta
energia attraversa da parte a parte tutti i sistemi principali della nave,
distruggendo tutto quello che può essere usato come arma o sistema di fuga,
lasciando intatto solo quello che serve per non far esplodere anche questa
nave.
Quando l’opera è compiuta, a poco più
di un minuto dalla distruzione della prima nave, l’Accusatore a capo di questa
piccola flotta si vede comparire davanti un Kree dalla pelle rosa, che sembra
formarsi atomo per atomo davanti ai suoi occhi.
-Niente da dichiarare, Rogan ?
-S-s-sei in arresto… - risponde
timidamente il magro Kree dalla pelle blu, puntando la sua Arma Universale
contro il pirata di frontiera.
-Eheh. Hai decisamente più
umorismo di tuo padre…e a quanto mi hanno detto, più di tuo fratello. Peccato
sia l’unica cosa in cui sei migliore.
I complicati meccanismi dell’arma
a forma di martello rilasciano una scarica energetica contro il petto di Ti…ma
invece di colpire un corpo umanoide, l’energia attraversa solo la massa
equivalente trasformata in raggi cosmici, per poi proseguire la propria corsa
fino al muro più vicino.
-Con tutta la fatica che avevo
fatto a non distruggerla…
Già danneggiata dai colpi di Ti,
la plancia viene invasa dal vuoto nello spazio tramite il buco aperto dall’Arma
Universale. La differenza di pressione è sufficiente a scaraventare fuori bordo
tutti i soldati presenti, e anche Rogan viene sbilanciato. Ti lo afferra per
l’armatura e, mantenendo metà della propria massa ancora solida e tramutando il
resto in energia elettro-organica, vola fuori dalla nave.
Sull’altra nave, Una e Zey stanno
solo pensando a come uscire dalla mira del nemico, ignari del fatto che non
hanno più niente di funzionante con cui sparare. Una è sorpresa di notare la
spia luminosa che segnala l’apertura del portello stagno, ma non è niente rispetto
a quando vede Ti entrare nella stanza trascinandosi dietro un Accusatore
mingherlino ed annunciando:
-Una, Zey… vi presento Rogan
l’Accusatore, fratello minore del ben più famoso Ronan… e nuovo membro della
nostra ciurma.
Golden Orange Comics. Sembra che
il desiderio di Al sia stato esaudito: non c’è mai stato un giorno così
tranquillo in quella fumetteria fin dal giorno dell’apertura.
Quando è ora di chiudere inizia a
comprendere il motivo di questa tranquillità: Marlo è tornata a casa presto e i
due nuovi dipendenti sono scomparsi da quasi mezz’ora. E’ sicuro di averli
visti andare al piano di sopra… il capo non c’è, i clienti scarseggiano, lui
cerca sempre di evitare il ragazzo (effetto collaterale del fatto che può
lanciare scariche di energia) e, soprattutto, quei due hanno continuato a
tubare per tutto il giorno.
I vari fattori si sommano nella
mente di Al, escogitando un innocuo metodo per movimentare la giornata, sale la
rampa di scale il più silenziosamente possibile. Invece di trovare i due
pelleverde in atteggiamenti piccanti come si aspettava… Al ha decisamente letto
troppi fumetti ultimamente… quando apre la porta dello studio vede una enorme
testa di luce verde che parla con i due ragazzi, rigidamente sull’attenti e con
lo sguardo vacuo. Fa in tempo solo a sentire poche parole e a notare la luce
lampeggiante sui piccoli bracciali metallici che indossano i due…
*Fate più in fretta che potete,
per qualche ragione è difficile impartire ordini mentali a quella… Bene bene,
cosa abbiamo qui ? Un curioso, sembrerebbe.
Al osserva pietrificato la grossa
testa di luce che si ruota verso di lui, e chissà perché solo ora nota che il
cranio è incredibilmente deformato.
*Dimenticherai di essere venuto in
questa stanza e non ricorderai niente di ciò che hai appena visto e sentito,
d’accordo ?
-S-sì, padrone.
*Così mi piace. Oh, e un’altra
cosa… d’ora in avanti insisterai perché ti si chiami con il tuo nome completo,
Alice.
-Con piacere, padrone.
*Quando esci chiudi la porta, e
già che ci sei tienimi da parte quella raccolta autografata di Watchmen.
Al esce e chiude la porta,
iniziando a chiedersi dove possano essere finiti i ragazzi.
*E’ bello essere il Capo. Dov’ero
rimasto ?
Lontanissimo dalla Terra, eccetera
eccetera.
-Come sarebbe a dire “nuovo membro”
!?
-E’ un Accusatore !
-Sei pazzo, Ti !
-Su questo si può anche discutere
– risponde Ti lasciando Rogan e recuperando la giacca – Sul fatto che venga
anche lui, no.
-V-v-i dichiaro in-in arresto in
nome della S-suprema Int-
I tre ricercati lo guardano con
uno sguardo poco rassicurante e, abbastanza stranamente per un Kree, Rogan
capisce che è meglio stare zitto.
-Cerca di non esagerare adesso,
Rogan – risponde Ti tornando ad occuparsi della giacca da indossare – La mia
riconoscenza non arriva fino a quel punto.
-Quale riconoscenza ? Cos’hai a
che fare con questo Accusatore ?
-Abbiamo tutti a che fare con quest’uomo, Una. Bizzarro, eh ? Sembra che
qualcuno di noi attragga coincidenze strane. Siamo tutti eredi di grandi
tradizioni familiari, ma nessuno è riuscito a uscire dall’ombra del padre.
Tranne me, che ho saputo di mio padre da pochi giorni.
-Tutto questo che c’entra con
Rogan ?
-Tu hai avuto una relazione con
suo fratello Ronan, Una, a quanto ho sentito…a volte i pirati sono più
pettegoli dei Badoon… mentre io sono il figlio illegittimo dell’uomo che ha
ucciso vostro padre. Che coincidenza ritrovarci tutti quanti sulla stessa nave,
non trovate ? Per chi crede alle coincidenze, cioè.
-Tu sei figlio di CHI !? – domanda
Zey.
-Ma siete scemi !? Ve l’ho detto
prima !!!
-Non avevo capito che eri uno di quei Vell… - rimugina Zey grattandosi la
testa.
-Chiunque fosse tuo padre, non c’è
nessuna coincidenza in questa storia vero ?
-A dire la verità ce ne sono
parecchie, Una. Ma appena ho riconosciuto la voce di Rogan, ho capito che c’è
un certo disegno attorno a tutto questo… e mi sono convinto ancora di più di
dover tornare a Zor-kar-ee.
Rogan digrigna i denti nel sentire
il nome di quel luogo, e Ti se ne accorge. Non che sia significativo, se ne è
accorto persino Zey che sta ancora cercando di capire chi sia Rogan.
-Oh, lo conosci ? Sospettavo che
tuo padre te ne avesse parlato. Sempre premuroso il vecchiaccio, vero ?
Scommetto che ha versato fiumi di crediti per farti fare carriera anche se sei
un incapace, e che ha insabbiato tutto quello che è successo tra me e lui.
-Perché, cos’è successo tra voi ?
-Non lo sapete ? Il padre di
questa caricatura di soldato e del più grande Accusatore degli ultimi secoli è
stato espulso dall’esercito per aver aiutato il più pericoloso dei pirati di
frontiera…il sottoscritto.
-“Aiutare” come ?
-Non lo sapete ? E’ grazie a suo
padre se ho il mio potere. Credete ancora alle coincidenze, adesso ?
Zona Negativa, l’universo
parallelo composto blah blah blah.
Rick Jones è ancora seduto su di
una roccia nel deserto, cercando di ricordare tutti i particolari salienti
delle avventure con il Pantheon da inserire nel libro, pentendosi di non avere
qualche foto di Delphi perché aiuterebbe senz’altro le vendite.
Marv non ha detto una parola da
quando ha lasciato Titano, e ha chiuso la comunicazione mentale.
“Mi chiedo cosa significherà per
lui la scoperta di un altro figlio di Mar-Vell, nientemeno che un pirata
spaziale (strano che un super-eroe abbia dei figli super-criminali…beh,
escludendo quel tizio…e quell’altro…come si chiamava ?). Poteva andargli
peggio, comunque… una pazza invasata poteva dire di essere sua madre ed
uccidere la sua ragazza con un attizzatoio. Anche se Genis non ha una
ragazza…meglio non farglielo notare, se voglio insistere sul fatto che gli è
andata bene”.
Sta ancora pensando per evitare di
continuare a scrivere, quando sente un rumore a cui non era preparato. Passi. A
centinaia.
Viene da pensare che in un deserto
sia difficile essere sorpresi alle spalle da una cinquantina di umanoidi simili
a lucertole, ma se pensate che questo sia strano, evidentemente non siete Rick
Jones.
-¥ξΘ≈≡¶¿ǿə
! – urla uno di loro, e Rick si pente di aver sempre trovato ridicoli gli
apparecchi di Rom, in particolare il traduttore universale.
CONTINUA
Note
Continua la lunga trama parallela
di Ti-Vell, con l’aggiunta di un nuovo membro… a scanso di equivoci, Rogan è
completamente inventato da me, e per sapere il legame della sua famiglia con Ti
non vi resta che leggere i prossimi numeri o pensarci voi ad inventarle.
Dopo il numero scorso, in cui non
c’è stata la voglia per parlare del Capo, si accenna nuovamente al suo piano
per evitare che ve ne dimentichiate.
Sempre a scanso di equivoci, non
c’è stato nessun cambiamento d’idea per la faccenda del tumore (solo Zey ci
poteva cascare !), ma se pensate che la faccenda debba ancora concludersi… su
quello avete ancora ragione, per ora almeno.
CAPITAN MARVEL #20
FIGLI
Zona Negativa. Un universo in cui
nulla è come sembra. L’unica costante di questi spazi sconfinati è che prima o
poi vi troverete invariabilmente nei guai.
Fosse anche solo per la spiacevole
tendenza della forza di gravità a cambiare ogni cinque, seimila anni-luce (e
neanche la velocità della luce è costante in tutta la Zona Negativa), o per
l’incontro con una qualche creatura indigena, che secondo le statistiche ha il
67% di possibilità di essere Annihilus, compatibilmente con la sua agenda. In questo
universo, la Legge di Murphy sarebbe l’unica branca della scienza con un minimo
di attendibilità.
Nel nostro universo, visitare
centinaia di pianeti senza trovare mai nessuno e potersene stare in santa pace
non è esattamente quello che capita a tutti, ma può essere definito normale
considerando quanto è vasto lo spazio. Nella Zona Negativa, che tra parentesi è
forse più vasta, o siete il più fortunato figlio di buona donna della storia, o
c’è qualcosa di strano. Per fare un esempio, le probabilità di stare a lungo
tranquilli nella Zona Negativa sono minori di quelle di sopravvivenza se
vendete ad Hulk un paio di pantaloni stretti all’inguine.
Ora, Rick Jones non è solo un
grande intenditore di Hulk, ma anche un’autorità mondiale sulla sfiga come
effetto collaterale dei super-poteri, quindi non è esattamente impreparato
all’accoglienza di una cinquantina di alieni rettiliforme che gli puntano
addosso lance d’osso.
-Σ ? – specifica uno degli
alieni muovendo in cerchio la punta della lancia.
“Grande, la prima volta da secoli
che incontro qualcuno del posto, e dev’essere per forza uno di quei tre o
quattro che non hanno ancora inventato un traduttore universale prima dei
terrestri” pensa Rick, sospirando mentalmente e mostrando i palmi delle mani,
come a mostrare che non ha armi.
Gli alieni si guardano confusi tra
di loro, qualcuno appoggia la lancia per guardarsi le mani.
-Rick – scandisce chiaramente
indicando se stesso con entrambi gli indici, e ripetendo il gesto più volte.
Gli alieni sembrano ancora più confusi, poi il più vicino a Rick alza la coda e
lo indica più o meno allo stesso modo.
-ǿ~ςΰ■
Poi indica se stesso imitando il
gesto di Rick ma alternando il movimento delle due mani.
-Rick – ripete indicandosi con la
mano destra, aggiungendo – ЃЖ¶ξ – quando si indica con la mano
sinistra. Poi indica l’alieno al suo fianco e dice – ξΘ≈;
infine, indica il cielo ripetendo - ξΘ≈-, terminando la frase
indicando Rick e dicendo –Vell.
Rick e l’alieno si guardano per
più di quaranta secondi, senza che nessuno dei due si muova.
-Okay, non ho la più pallida idea
di cosa cavolo significhi.
Spazio. Non una sua parte in
particolare, solo… nello spazio. La mente di Genis-Vell è concentrata su una
flebile traccia lasciata da dei motori spaziali che non aveva mai visto. Ad
essere precisi, è la sua Coscienza Cosmica a mostrargli la traccia, e la sua
mente a seguirla.
Dopo tutta la faccenda Frost è
ancora un po’ restio ad affidarsi completamente al suo presumibilmente
infallibile sesto senso, proprio perché si è dimostrato molto poco infallibile.
Per esempio, non lo ha protetto da un blocco mentale del Capo, né da un attacco
Infernale.. Ha continuato a cambiare opinione sulla presenza o meno di un
tumore nel suo cuore. Non gli ha fatto capire che il Predatore era suo fratello…anche
se, ora che ci pensa, la Coscienza era spenta per la maggior parte dello
scontro. Se la Coscienza Cosmica fosse viva, si potrebbe dire che ultimamente
aveva ben poca voglia di lavorare.
Viaggiando a velocità molto
superiori alla luce, incanalando nelle Nega-Bande energie a dir poco
spaventose, ha già rintracciato il punto in cui la nave di Titano ha smesso di
segnalare la propria posizione, seguito la scia lasciata dalla nave che Ti ha
rubato dopo, e ora sta seguendo le tracce della successiva. Conoscendo il suo
codice genetico, scoprire su quale nave è salito è semplicissimo.
Si potrebbe considerare
praticamente impossibile un inseguimento tra due galassie quando le tracce sono
vecchie di molti giorni, ma non esiste segugio migliore di un super-eroe alieno
incazzatissimo col potere di ascoltare l’universo.
E’ comunque necessaria una grande
concentrazione per questa caccia, quindi Genis non può permettersi il lusso
della compagnia di Rick Jones.
Sfortunatamente, proprio in questo
momento Rick gradirebbe non poco il suo aiuto. Gli alieni sembrano leggermente
nervosi, adesso: hanno smesso di fare domande nella loro lingua ed hanno
iniziato ad agitare sempre di più le lance.
“Forza, Rick… hai incontrato un
milione di razze aliene, non vorrai farti fermare da un qualcosa di
trascurabile come la totale ignoranza della loro lingua e del loro modo di
pensare ? Potrei dirgli “Klaatu barada nikto” per quello che serve !”
-Цдэ╚ﻓ !!! – intima con tono molto arrabbiato
quello che, finora, è sembrato il capo del gruppo. Dal suo metro e venti di
altezza cerca di affondare la punta della lancia nello stomaco dell’intruso, ma
Rick non ha grossi problemi ad anticiparlo e a fermare con una mano la lancia.
-ς ?
-Allora, chiariamo una cosa –
risponde l’umano facendo brillare le Nega-Bande – Se fosse per me sarei da
tutt’altra parte, ma i miei spostamenti non dipendono esattamente da me, chiaro
? Quindi piantatela di agitare queste cose, tanto non potete farmi niente !
Con estrema sorpresa da parte di
Rick la lancia scompare in un bagliore di luce che non è stato lui a causare.
Approfittando della situazione gli alieno si dispongono in cerchio, con
l’eccezione dell’alieno di fronte a Rick che non fa un solo passo.
-ﻩЖǿΣ, ﻎλςξ
barada • nikto ∆ỹ.
Le decine di alieni, Rick, e qualche
tonnellata di terreno sottostante si sollevano con un movimento fluido, salendo
fino a una decina di metri da terra. Poi, sempre più velocemente,
l’improvvisata piattaforma inizia a muoversi verso sud.
-Siete proprio gente strana,
voialtri.
Ai confini più esterni della
Piccola Nube di Magellano. Un pianeta relativamente piccolo, meno della metà
della Terra per dimensioni. L’atmosfera rarefatta brucia a malapena a contatto
con la nave che sta atterrando, una vecchia nave militare Kree rovinata dagli anni
e dai colpi inferti nelle ultime ore.
Cuscinetti gravitazionali rendono
l’atterraggio morbido, nonostante il chiaro rumore di vetri rotti possa trarre
in inganno. Una parte dello scafo si sposta, rivelando una rampa in discesa,
sulla quale scendono con calma due persone, un uomo massiccio dalla pelle rosa
e una donna attraente dalla pelle blu. Entrambi hanno un microscopico
dispositivo innestato grossomodo dove gli umani hanno la carotide. I passi sono
incerti, dato che i muscoli devono ancora abituarsi alla gravità ridotta.
Dietro di loro, due uomini molto
diversi si muovono invece con sicurezza, per due motivi molto diversi. Rogan
l’Accusatore grazie agli adattatori gravitazionali inseriti nell’armatura,
mentre a Ti-Vell il Predatore basta diminuire la propria massa trasformando
ossa ed organi in fotoni; in parole povere, fluttuando.
-Serviva proprio rubare un’altra
nave per arrivare qui ? – domanda Zey-Rogg, guardandosi intorno e scorgendo
soltanto rocce, erba e strani fiori luccicanti.
-Tecnicamente avete infranto la
legge anche solo mettendo piede su questo pianeta… questo settore è sotto il
diretto controllo dell’esercito… - si lamenta Rogan, riuscendo a trovare un po’
di coraggio o, più probabilmente, di incoscienza.
-Tecnicamente posso friggerti il cervello
neurone per neurone se non la pianti – puntualizza Ti – E poi, dalla guerra con
gli Shi’ar non c’è più nessun altro pianeta abitato in questo settore.
-Comunque Zey ha ragione, che ci
facciamo qui ? E’ stato un viaggio corto con i motori dell’esercito, ma qui ci
sono solo fiori.
Una si china per raccogliere uno
degli stranissimi fiori che ha visto. Il gambo è di un acceso colore blu, dal
quale esce un bellissimo cristallo di vetro perfettamente sfaccettato, simile a
un diamante rotondo, che contiene una specie di polline viola sabbioso. Ti
guarda il fiore e sorride.
-Il mio primo grosso affare.
Quando ho lasciato il pianeta mi sono portato dietro cinque quintali di fiori e
li ho rivenduti ad un rigelliano come rarissimi fiori-diamante di Dakkam. Mi ha
pagato una fortuna, mentre era solo vetro.
-Siamo venuti fin qui per
raccogliere fiori !?
-No, anche se penso che me ne
porterò dietro un paio di tonnellate. Nelle mani giuste possono valere
centinaia di milioni di crediti, solo perché sono rari. Sai, l’universo è pieno
di cretini che si divertono con poco…
-Ehi, Una ! Senti che rumore buffo
che fanno quando li schiacci !
-Appunto.
-Cos’ha a che fare questo pianeta
vuoto in mezzo al nulla con il discorso sull’uscire dall’ombra dei nostri padri
?
-Niente.
-E allora perché…
-Perché sette anni fa ho
rinunciato a qualcosa qui, e da quella scelta è scaturito tutto quello che sono
ora. Adesso, però, inizio a chiedermi se quella scelta non mi abbia privato di
un qualcosa che non avrei mai potuto immaginare. E ora, se volete scusarmi,
devo vedere una persona…
Genis torna al mondo della fisica
newtoniana quando rallenta a velocità sub-luce. Avrebbe di gran lunga preferito
sbagliarsi che capitare nella sorta di cimitero di astronavi che si trova
davanti. Diciassette navi con chiare insegne Kree. E’ sufficiente guardarle per
capire che sono state pesantemente danneggiate (per usare un eufemismo) da
potenti colpi energetici che hanno distrutto motori, armi e sistemi di sostegno
vitale.
Nello spazio siderale galleggiano
i corpi senz’anima dei soldati che non sono stati uccisi dalle conflagrazioni o
dalle radiazioni. Genis rabbrividisce; nessun Kree degno di definirsi tale
dovrebbe colpire l’avversario in questo modo. E, anche se non accetta
completamente le tradizioni dei suoi simili, sa cosa deve fare.
Le Nega-Bande assorbono tutta
l’energia fotonica disponibile, brillando fino a quando non sono al loro
massimo. Solo quando ha visualizzato mentalmente ogni cadavere rilascia tutto
quando, generando una sfera energetica che si espande in cerchio per diverse
centinaia di metri.
Neanche una cellula sopravvive, e
le navi vengono ridotte in pezzi sparpagliati su diversi milioni di chilometri
quadri. Chi ritroverà il luogo della battaglia arriverà alla conclusione che i
soldati hanno combattuto a lungo e valorosamente. Così, le famiglie dei caduti
non verranno disonorate dalla loro sconfitta.
Ora, però, è il momento di pensare
alla sua famiglia. Rintracciare la
rotta in linea retta della nave mancante è semplice. Facendo appello a tutta la
propria forza di volontà per ricaricare le Nega-Bande così presto dopo la
grande esplosione di prima, Genis si collega al flusso fotonico proveniente
dalla Piccola Nube di Magellano e, per qualche ora, è la cosa più veloce
dell’universo mentre sfreccia nel vuoto tra le galassie.
Confini della Piccola Nube, un
piccolo pianeta. Una colonna di pietra alta più di trecento metri, simile a
quelle scolpite dal vento. Ma su questo mondo non c’è nemmeno abbastanza vento
da spostare un capello, e la colonna si innalza in un punto assurdo dal punto
di vista geologico.
Sulla cima di questa strana
formazione rocciosa, un cerchio perfettamente sferico e levigatissimo, è seduto
un uomo dalla pelle blu e dai capelli d’argento, che non dimostra nemmeno
vent’anni. Siede a mezz’aria con le gambe incrociate, le mani tese a formare
una V appena sotto la sua testa. Ed è nudo come un verme, anche se in modo ben
più regale. Non apre gli occhi quando sente una voce familiare pronunciare il
suo nome.
-Kezaaka.
-Ti.
-Speravo quasi di rivederti con
addosso un paio di pantaloni.
-Perché sei qui ?
-Neanche un “bentornato” ? O non
posso neppure passare a salutare il mio benefattore ?
-Con il tuo ultimo saluto mi
auguravi di partecipare ad una violenta esperienza omosessuale con una Bestia
di Traal in calore in astinenza da vent’anni. Non sono stato in ansia per il
saluto successivo.
-E non hai sentito come ho
salutato il vecchiaccio, sei anni fa.
-L’ho sentito, ma se lo ripetessi
ad alta voce dovrei meditare per cinquemila anni come penitenza. Non sei qui
con il Capitano, però, ma con suo figlio.
-Non ti sfugge niente. Il vecchio
ha tirato le cuoia un paio d’anni fa. Non l’ho più visto da…
-Sì, l’ho appreso collegandomi
alla mente di uno dei soldati che sono venuti qui tre mesi dopo per rivendicare
il pianeta.
-Non ne ho saputo niente.
-Ho cancellato l’evento dalla
mente dell’intero Impero. Puoi anche tornare alla tua nave con la tua ciurma,
non so niente delle coincidenze delle ultime settimane.
-Detesto parlare con chi mi legge la mente.
-Essere un omnipate immortale ha i
suoi vantaggi, ma uccide una conversazione. Ricordi che ti dissi che sapevo
saresti tornato ?
-Fino a un paio di mesi fa, avrei
giurato che non sarei mai e poi mai tornato qui. Ma adesso…
-…adesso hai capito che non
importa quanti mondi tu possa depredare, quanti piaceri terreni tu possa
sperimentare, o quanto alta possa diventare la tua taglia… tutto questo non ti
sta portando a quello che volevi.
-Sì – risponde Ti-Vell
distogliendo lo sguardo, lasciando cadere per un attimo la maschera del pirata
senza pietà.
-Allora, ragazzo mio, bentornato.
Molto più in basso, Zey sta
caricando sulla nave tutti i fiori di vetro che riesce a raccogliere
(escludendo quelli che rompe, che sono quasi i tre quarti). Rogan sta fissando
la sommità della strana formazione rocciosa, stringendo il più forte possibile
la sua Arma Universale.
Notando il suo nervosismo, Una si
avvicina e inizia a guardare anche lei la stessa cosa.
-Da quanto tempo è lassù ?
-Qualche ora – risponde
l’Accusatore degnandola a malapena di uno sguardo.
-Apprezzo che tu non abbia più
tentato di arrestarci, da quando siamo atterrati.
-Non che non potessi farlo, sia
chiaro – risponde con tono incerto – Ma non sono così stupido da mettermi
contro il Predatore.
-Aveva ragione…sul fatto che sai
che posto è questo ?
-Sì. Non conosco tutti i
particolari, ma questo è il pianeta dove sono precipitati il Predatore e mio
padre, sette anni fa. Era ancora un criminale da niente, all’epoca, ed era insieme
ad un migliaio di prigionieri che venivano trasferiti ad un’altra prigione
dopo… una riorganizzazione delle forze nei settori adiacenti.
-Conosco il gergo militare.
Avevamo perso. Poi che è successo ?
-Non deve interessarti, donna.
Hhm, mi chiedo come abbia fatto tuo padre a proteggerti dai Segugi così a
lungo, con così poca discrezione.
-E’ per questo che hai continuato
a fissare la scollatura per tutta la missione ?
-Non confondermi con mio fratello,
Una. Non sono vittima del fascino femminile come lui, figuriamoci di una
succhia-energia.
-Non preoccuparti, se sei come tuo
fratello c’è ben poco su cui lavorare.
-Attenta, Una-Rogg, non accetto
del sarcasmo da una sgualdrina figlia di un fallito !
-Oooh, quando il capo non c’è il
cagasotto si fa coraggioso… Senti un po’ – risponde Una afferrandolo per il
colletto dell’armatura e trascinandolo verso di sé -
Mio padre mi leggeva le gesta dei
grandi conquistatori Kree tutte le sere, e tu non sei neanche degno di passare
alla storia tra i più grandi falliti dell’universo, quindi un’altra parola su
di lui e ti ritroverai con qualche attributo di meno prima ancora che mi sia
tolta dalle labbra il retrogusto della tua vita !!! Chiaro il concetto !?
Rogan deglutisce alla vista della
scarica di energia che passa sulle labbra di Una, vicinissime alle sue.
-C-chiaro.
-Una ! Se vuoi mangiartelo almeno
aspetta che mi abbia aiutato con questi fiori del– ehi, cos’è questo fischio ?
A poche decine di metri, una
cometa dalla scia rosso e blu si schianta a terra, sollevando tanta polvere da
coprire tutta la propria scia. Gran parte dei fiori di vetro esplode solo per
l’onda d’urto che si propaga per la flebile atmosfera. Persino la nave trema, e
l’impatto è sentito anche sulla sommità dello strano monte.
Una, Zey e Rogan azionano le armi
e si avvicinano con estrema cautela
al punto d’impatto. Quando vedono due riflessi dorati avvicinarsi a scatti, Zey
e Rogan sparano verso la figura che si delinea attorno alla luce, ma i colpi
vengono immediatamente deviati e si dirigono fuori dal pianeta.
Poi, passo dopo passo, una figura
umanoide esce dal cratere che ha creato, e la sua identità è ben chiara prima
ancora che il fumo attorno a lui si sia diradato.
-Avete appena sprecato la vostra
unica possibilità di non essere attaccati – annuncia Capitan Marvel.
Nel periodo di tempo necessario a
Zey per portare alla massima estensione e potenza il proprio esoscheletro e a
Rogan di attivare tutti i sistemi d’arma di cui dispone, Genis ha già eretto
una barriera fotonica che basterebbe a fermare tutti i treni in corsa del mondo
senza neanche sforzarsi, e lo stesso vale per i loro colpi energetici. Zey
decide immediatamente di passare al corpo-a-corpo, mettendosi sulla linea di
fuoco di Rogan; guidato dalla Coscienza Cosmica, è facile trovare il momento
più adatto per alzarsi in volo e seminare tutti i loro colpi successivi, che
seguono la sua scia luminosa per tutto il percorso.
Zey inizia a sospettare qualche
falla nella propria strategia quando uno dei suoi raggi colpisce in pieno
Rogan, mettendolo al tappeto per qualche secondo.
-Fiero dei tuoi gingilli, Vell ?
Affrontami da uomo a uomo !
Appena atterrato, Genis accetta la
sfida e resta fermo quando il colossale Kree in armatura carica verso di lui,
con abbastanza forza da ridurlo in poltiglia ora che non ha alzato nessuno
scudo. Resta fermo mentre il suo nemico urla a più non posso, scansandosi solo
all’ultimo istante. Mentre Zey cerca di non cadere, Genis carica la mano destra
di energia e colpisce dove secondo la Coscienza Cosmica c’è l’accumulatore che
potenzia la forza di Zey.
Sta ancora tentando di voltarsi,
cosa non facile quando indossi tre tonnellate di tecnologia, quando un raggio
laser ben focalizzato fonde le giunture principali sul petto, e due mani brillanti
di luce squarciano l’armatura come se fosse di cartone.
-Vogliamo fare senza poteri ?
Nessun problema.
Anche armato solo dei suoi innesti
cibernetici, Zey-Rogg non è il tipo da capire quando ha perso una battaglia.
Così, si lancia verso Genis lanciando pugni a caso, ricevendo come risposta un
unico pugno alla mascella. Anche se ci mette un po’ a capire la situazione, Zey
crolla a terra privo di sensi.
-Genis-Vell – urla qualcuno alle
sue spalle – Ho emesso un verdetto, e la sentenza è…morte !!!
L’Arma Universale di Rogan emette
il raggio antimateria per cui ha impiegato parecchio tempo a ricordare il
comando (non credereste a quanti pulsanti nascosti ha un’arma di quel genere),
bloccato da Genis con entrambe le mani, circondate da energia luminosa. Anche
se Rogan non può immaginarlo, è un attacco molto pericoloso perché le
Nega-Bande tentano di entrare in sintonia con l’antimateria, e proprio non
volete sapere quante cose possono saltare per aria se emettete antimateria a
fiumi. E’ anche abbastanza difficile restare in quella posizione senza far
toccare le Nega-Bande tra loro.
Genis si ritrova a digrignare i
denti per lo sforzo di estendere lo scudo ed evitare che l’antimateria schizzi
in tutte le direzioni, avvicinandosi sempre di più alla fonte. Anche se avrebbe
potuto saperlo con la Coscienza Cosmica, è fortunato ad aver attuato questa
strategia perché a causa dell’enorme rinculo dell’arma Rogan non può spostarsi
a sua volta. A sua volta, comunque, Rogan potrebbe sapere che è il momento di
cambiare attacco, ma è troppo nervoso per pensarci e quando inizia ad avere dei
dubbi lo scudo di Genis è così vicino che l’Arma Universale si fonde tra le sue
mani, colando sul suolo del piccolo pianeta.
-Penso che farò ricorso.
Un pugno allo stomaco ben
assestato (e debitamente potenziato) basta per superare le difese dell’armatura
aliena e a mettere fuori combattimento anche l’Accusatore. Giusto il tempo di
riprendere fiato e chiedersi cosa sia la strana colonna di pietra che ha
davanti, e Genis si ritrova le gambe di Una-Rogg sulle spalle, con un coltello
di energia diretto verso la sua testa.
-Questo è per mio padre, Genis !
Guidata dalla Coscienza Cosmica,
la mano di Genis afferra il polso di Una premendo il nervo giusto per farle
lasciare la presa.
-Per la milionesima volta, Una,
vostro padre si è ammazzato da solo facendo esplodere lo Psico-Magnitrone. Vi
credevo ad impestare i sobborghi di un qualche pianeta sperduto dell’ex Impero,
che ci fate qui ?
Senza dare una risposta, Una si
sbriga a premere un piccolo pulsante sul guanto destro, che una volta
elettrificato è sufficiente a distrarre Genis quanto basta a lasciarla scendere
e colpirlo con un calcio alle ginocchia per farlo cadere.
-Preferisco giocare un po’ con le
mie prede, di solito – spiega quando carica la pistola che ha estratto dalla
cintura – Ma capirai, sono questioni di famiglia.
*Precisamente.
Una vera e propria tempesta
elettrica si abbatte sulla pianura, tra cui molti fulmini particolarmente
persistenti che circondano Una e Genis.
*Allontanati da lui. E’ mio.
La donna ripone l’arma e
obbedisce; non si discute con un fulmine che parla. Mentre Genis si rialza,
davanti a lui i vari fulmini convergono in un unico punto, formando una forma
umanoide composta di elettricità, che si trasforma lentamente dai piedi fino
alla testa in Ti-Vell.
-Ti stavo proprio aspettando,
fratellino.
Una-Rogg è sicuramente il tipo di
donna che sa quando conviene allontanarsi il più possibile, e non ha tutti i
torti a riconoscere questo come uno di quei momenti.
-Non chiamarmi…mai più… in quel
modo – ringhia Genis una volta in piedi, guardando dritto negli occhi di Ti.
-Altrimenti ?
-Altrimenti inizierò a chiamarti
“Capitano”.
-Devo riconoscere che non sei del
tutto un incapace; non è da tutti seguire una traccia così lunga e frammentata.
A cosa devo l’onore ?
-Intendo portarti su Titano,
trovare il modo di toglierti i poteri, e poi portarti davanti ad una corte
marziale Kree per i tuoi crimini.
-E sappiamo entrambi che quelle
corti hanno un’unica sentenza. Progetto ambizioso, sai ? Non so come funziona
sui pianetucoli su cui hai vissuto, ma dalle mie parti non assegnano una taglia
da ottocento miliardi di crediti al primo che passa.
Genis non risponde, troppo intento
a fissare Ti negli occhi. Dopo una decina di secondi di silenzio, Ti ridacchia.
-Eheh, stai cercando di vedere se
ci somigliamo ? O se assomiglio a nostro padre ?
Ancora nessuna risposta da parte
di Genis.
-Dimenticavo, tu non l’hai mai
visto. Com’è dedicare tutta la propria vita a diventare come qualcuno che non hai
mai conosciuto ? Sai, c’erano cose molto interessanti sui file che ho letto…
Lo sguardo di Genis si fa ancora
più determinato di prima, ma non si muove.
-Mi stai guardando con la tua
Coscienza Cosmica, per caso ? Ti risparmio un po’ di lavoro: mi trasformo in
qualunque tipo di energia, viaggio alla velocità della luce se voglio e non c’è
niente che possa impedirmi di ricompormi. Pensi di potermi stare dietro con
quella bigiotteria ?
Gli occhi di Genis si rilassano,
tornando all’espressione neutra di prima. Quelli di Ti si iniettano quasi di
sangue.
-Allora !? Non hai proprio niente
da dirmi !?
Con una velocità inaspettata,
Genis sferra un pugno direttamente sul naso di Ti, che sbilanciato non riesce
ad evitare il successivo calcio nei denti.
-Sì, dovresti sbattere le palpebre
meno spesso.
-Pensi di poter fare il furbo con me !? – urla Ti passando le dita della
mano sinistra sul sangue, e lanciando gli atomi dell’avambraccio destro sotto
forma di energia calorica, che Genis non riesce ad evitare.
-Non ti permetterò di infangare
ancora il nome dei Vell, Predatore – lancia la sfida Genis, caricando le
Nega-Bande di energia in una posa da pugile.
-E io non mi faccio mettere sotto
da un pivellino che ha ereditato le armi di papà !
Il braccio si riforma appena in
tempo per l’attacco: Ti carica verso il fratellastro con le braccia di energia
atomica, dando pugni superveloci che vengono bloccati esclusivamente grazie
alla Coscienza Cosmica, il massimo per anticipare le mosse dell’avversario.
Una scarica di energia non basta
ad impedire che la testa di Ti si riformi atomo per atomo, così come una
piccola tempesta di elettroni liberi non è sufficiente a cogliere Genis
impreparato.
La battaglia procede su un lato
fisico per quasi tre minuti, in cui Ti non riesce ad assestare un solo colpo a
causa della Coscienza Cosmica, e Genis non riesce a concludere di più a causa
della tremenda velocità di Ti. Giunti a questo stallo, è evidente che entrambi
devono dare più di quanto credessero per vincere.
Si passa ad uno scambio velocissimo
di colpi energetici, il cui unico successo è di far arretrare leggerissimamente
l’avversario. Qualunque energia usata da Ti viene deviata dalle Nega-Bande, e
qualsiasi frequenza usata da Genis non riesce ad intaccare lo stato intangibile
di Ti.
Abbandonata anche questa tattica,
Ti-Vell si ritrova per la prima volta da anni con il fiatone, ed è costretto ad
ammettere ad un fluttuante Genis:
-Sei bravo.
Lo scontro passa ad un nuovo
livello quando Ti si trasforma completamente in energia ed attacca Genis, che
riesce ad evitarlo per due volte consecutive prima di essere colpito ed
atterrato; Ti però non riesce ad infliggere un altro colpo quando viene
riflesso da un altro scudo fotonico.
Approfittando di un millesimo di
secondo di confusione dell’avversario, segnalato ovviamente dalla solita
Coscienza Cosmica, Genis recupera gran parte delle proprie forze e lancia una
scarica di sei metri di diametro che passa attraverso il corpo intangibile di
Ti, per poi abbattersi sull’innocua colonna di pietra alle sue spalle. Genis
viene distratto dalla vista della colonna che si ricostruisce da sola, e quando
avverte l’avvicinarsi di Ti fa a malapena in tempo ad erigere uno scudo
veramente risibile.
Momentaneamente a terra, Genis
viene colpito con una frequenza sempre maggiore dall’intera gamma di energia a
disposizione di Ti, decisamente ampia, ma arrivando quasi a prosciugare le
Bande riesce a resistere fino a quando, stremato per le continue
trasformazioni, Ti si ricompone non molto distante da lui.
-Non credevo, ma è una gran bella
gara. Immagino che siamo praticamente uguali, noi due.
-Noi non siamo uguali !!! – urla
Genis rialzandosi.
-Uh ?
-Lo vuoi capire !? Tu sei figlio
di Mar-Vell, il più grande eroe della storia Kree ! Non capisci che stai
infangando la sua memoria !?
-Tu dici !? Chiedi a qualunque
Kree, o persino agli Skrull o agli Aakon, chiunque ti dirà che tuo…nostro padre
era il più grande nemico che avessero mai incontrato, uno dei criminali più
pericolosi della storia. E dici che io
non sono come lui ? Mi sembra che tu abbia idealizzato un po’ troppo quel tipo
!
-Stai…zitto !!!
La reazione di Genis è rabbiosa,
violenta; si lancia contro Ti con uno spirito combattivo che non aveva mai
sognato, che però sfortunatamente ha poco più effetto di tirare pugni a caso
nell’aria quando il tuo nemico può trasformarsi in neutrini a piacimento.
-Torna solido ! Torna qui e ripeti
quello che hai detto !
*Con piacere.
Prima ancora che l’informazione
arrivi al cervello, Ti è alle sue spalle e lo sta colpendo alla testa con
entrambe le mani, che esplodono al contatto lasciandolo non poco confuso. Mani
e Bande sono pronte all’ennesimo scontro diretto, e l’adrenalina è già a
livelli che sarebbero tossici per un essere umano… ma i due contendenti vengono
fermati da una scarica di energia che proviene dalla sommità della colonna di
pietra, creando un muro energetico che li separa.
-Cosa…
-Sembra che il padrone del locale
non gradisca le risse – risponde Ti recuperando fiato.
-Ascolta, non voglio combattere !
-Come no, ti sei precipitato qui
come un meteorite, hai attaccato subito la mia ciurma, e non sei stato
esattamente a porgere l’altra guancia. Tu sei venuto qui esclusivamente per combattere.
-Siamo entrambi figli di Mar-Vell,
Ti. Sono sicuro che potremmo…
-Figli di… Ma non farmi ridere !
Ho letto tutto su di te, dimentichi ? Non sei neanche suo figlio, sei solo
una…cosa creata in laboratorio e invecchiata artificialmente… Pama, e io che
credevo che mia madre fosse una
puttana ! Almeno lei lo faceva per soldi… ma prendere il DNA di un ex che ha
appena tirato le cuoia e mettersi incinta da sola ! Per quello che serviva,
poteva anche farsi mettere incinta dal primo che passava, magari anche da quel
vecchietto… scommetto che non ha salvato tuo padre perché voleva farsela ! E tu credi di poter dire a me come dovrei vivere !?
-BASTA !!!
Genis assalta Ti con una furia
talmente grande da mandare in frantumi il muro di energia, arrivando persino a
mettere le mani attorno al collo di Ti e a farlo cadere a terra prima ancora
che si sia reso conto di cosa è successo. Poi inizia a picchiarlo
selvaggiamente, crepitante di energia.
-Tu non mi conosci ! Non sai
niente di me e di mio padre, capito ? NIENTE !
Ti si libera con una scarica
energetica a malapena sufficiente ad allontanare il fratellastro; non perde
tempo a distanziarlo di qualche metro, perché Genis sta già volando verso di
lui al massimo dell’energia, con i pugni in avanti pronti a colpirlo.
-Non avresti dovuto insultare mio
padre, Predatore ! Adesso è finita !
-Sì, è finita. Questa volta mi hai
davvero fatto incazzare, fratellino…
Los Angeles, California. Marlo
Chandler-Jones rientra in casa, contenta di essere riuscita trovare un paio di
appartamenti per i due nuovi dipendenti della fumetteria. E trovare un
appartamento decente a Los Angeles è incredibilmente più dura che salvare
l’universo, per cui ha degli ottimi motivi per essere fiera. Appesa la giacca
alla copia dell’asse di Silver Surfer sente una discreta raffica di vento…
eppure hanno appena rimesso il telo di protezione davanti allo storico buco nel
muro.
Sicura di trovare qualcuno
arrivato a chiedere l’aiuto di suo marito o, più probabilmente, di Capitan
Marvel, si avvicina al suddetto buco.
-Omiodio… - si lascia scappare
alla vista di Genis svenuto e sanguinante davanti al buco.
-Che ti è successo ? – gli chiede
una volta rigirato, rabbrividendo alla vista delle vistose bruciature che ha
sul petto e della faccia tumefatta e gonfia.
-Così veloce…non l’ho
neanche…visto arrivare… - riesce a biascicare, prima di sputare sangue e
svenire.
CONTINUA…
CAPITAN MARVEL #21
Tutt’altro che la verità
Los Angeles, California.
Appartamento di Rick Jones e signora. Genis-Vell riacquista lentamente i sensi,
anche se preferirebbe non averlo fatto. Ogni respiro gli procura un dolore
atroce al petto e alla schiena. Il suo occhio sinistro non risponde molto bene.
La fronte è fredda e bagnata. Sente una cacofonia di frasi sconclusionate. No,
un secondo, quella è solo la televisione. Ma non ci sono televisori nella Zona
Negativa… o almeno lo spera.
-Come ti senti ? – domanda una
voce femminile che conosce bene. Marlo.
-In grande. Come sono arrivato qui
?
-Alla grande. Ti ho trovato steso per terra, davanti al buco nel
muro. Che ti è successo ?
-Le ho prese. Parecchio. Forse
Rick può dirmi… ouch, meglio di no. Devo aver battuto la testa.
-E’ più probabile che qualcuno ci
abbia giocato a rugby. Ti avrei medicato, ma sei per metà alieno…non sapevo se
sarebbe stata una buona idea. E non ho neanche provato a farti cambiare di
posto con Rick, non dovresti muoverti figuriamoci andare in un’altra
dimensione.
-Molto…saggio, Marlo. Uh, come mai
ho della stoffa bagnata sulla testa ? Ho cinque costole rotte e un polmone
perforato, non la febbre. Quanto tempo…
-Tre ore. Hai mormorato qualcosa
durante il sonno, ma non in una lingua terrestre credo. Dio, come fai ad essere
ancora vivo in quelle condizioni !?
-Le Nega-Bande potenziano il mio
metabolismo, e poi sono per metà Titano. Siamo duri da mettere sul pavimento.
-Al tappeto. Te la senti di
parlare con qualcuno che avresti preferito non vedere mai più ?
-Mi sarei aspettato un po’ più di
gratitudine, terrestre – risponde una voce calma e profonda, con un accento che
solo Genis riconosce.
-Oh, ed esattamente perché dovrei
esserti grata, Tiktak ?
-Tehnek, e ti avevo pregato di non
storpiare ulteriormente il mio nome.
Genis si alza leggermente, ma una
fitta tremenda alla testa lo obbliga a tornare giù alla svelta, dopo due forti
colpi di tosse.
-Salute anche a te, o Prescelto.
-Per l’ennesima volta, Tehnek, non
ho intenzione da fare da messia a voi Eterni Kree, e adesso ho ben altre cose
da fare – risponde spazientito, prendendo un lungo respiro e riuscendo a
mettersi seduto, solo per tossire sempre più forte ed evitare per un niente di
svenire.
-Dove credi di andare ?
-Tranquilla, Marlo, sto benissimo
– risponde non molto convinto.
-Davvero ?
-Potrei stare peggio – dice
osservando il sangue blu sulla mano sinistra su cui ha tossito – Devo fermare
una persona… ne parleremo dopo, Tehnek. Giusto il tempo di chiedere a Rick come
sono tornato qui e-
-Io non lo farei – risponde con
tono deciso l’Eterno. Solo ora Genis lo guarda, anche se nelle sue attuali
condizioni lo scambierebbe per qualunque altro Kree dalla pelle blu e i capelli
d’argento con una tuta da combattimento grigio e oro.
-Hai una piccola commozione
cerebrale. Meglio non rischiare. Ascolta, Prescelto, devi rimandare qualsiasi
opera su questo pianeta e venire subito con me su Zor-Te-Nag.
-Senti un po’, Turok, ai una bella
faccia tosta a comparire qui da un momento all’altro a dare ordini ! – si
lamenta Marlo.
-Terrestre… se non fosse stato per
me, il Prescelto ora fluttuerebbe senza vita nello spazio. E mi chiamo Tehnek.
-Un momento…io ero su un pianeta,
non nello spazio.
-Chiariremo tutto durante il
viaggio. Non preoccuparti delle tue ferite, posso guarirti con facilità.
-Non ho intenzione di venire con
te ! – urla Genis, sputando ancora sangue.
-Ti assicuro che non ti verrà
fatto alcun male.
-Mi hai preso per un idiota ? Dì
alla tua gente che il loro divino Prescelto ha trovato un pianeta più sacro.
Tehnek volge lo sguardo alla
televisione, seguito da Genis.
-“Mia moglie era un alieno
transessuale ed ora vuole gli alimenti” ! Divorzi spaziali questa sera a Questo
Triste Pianeta Malaaaato !
Seguono alcuni momenti di
silenzio, poi Marlo spegne la TV.
-Sì, vedo che hanno bisogno di un
po’ di miracoli – commenta l’Eterno con un leggero sorriso sulle labbra.
-E va bene – sospira Genis – Esclusivamente
perché non mi è piaciuto il modo in cui si è concluso il nostro ultimo
incontro.
-Gorrtenaza Terash.
-Solo una cosa…non ripetere quella specie di preghiera.
Allora… dicevi di potermi curare ?
-Facilmente. Ma prima devo
chiederti un ultimo sforzo. La mia nave è in orbita attorno a questo pianeta, a
un quarto della distanza del suo satellite naturale. Pensi di poterci arrivare
con le tue sole forze ?
-Preferirei farlo una volta
guarito.
-Non è possibile…nemmeno un Eterno
può compiere un simile atto da una distanza così ampia.
-Mi stai dicendo che hai bisogno
della tua nave per curarmi ?
-No, sto dicendo che io sono sulla
mia nave in questo momento.
Genis e Marlo si scambiano uno
sguardo più confuso del solito.
-Quella che vedete è un’immagine
mentale – chiarisce Tehnek, evidentemente poco felice di doverlo fare – C’è una
griglia energetica attorno al pianeta; se l’avessi attraversata fisicamente
sarei stato individuato, persino con la mia nave. Tecnologia di molto superiore
allo standard terrestre, aggiungerei.
-Deve essere quella cosa di cui mi
avevano parlato i Vendicatori… per individuare eventuali minacce
extraterrestri. E’ un qualcosa per cui potrei aver bisogno di aiuto ?
-Non dai terrestri – risponde quasi disgustato l’Eterno.
-D’accordo, faremo a modo tuo per
il momento. Ma ti avverto che non mi farò troppi problemi ad informare i
Vendicatori di eventuali trappole o trucchetti.
-Come se potessero fare realmente
la differenza.
Genis si lascia scappare un
sorriso.
Zona Negativa. Per un attimo, Rick
analizza la propria situazione. Si trova in una dimensione parallela, chiuso in
una gabbia che sembra fatta con canne di bambù ma resiste alle scariche delle
Nega-Bande. La gabbia pende da un albero viola, attorniato da dozzine di enormi
tavoli dove umanoidi simili a lucertole, tutti identici, mangiano quelle che
sembrano lucertole molto più piccole.
“Oh, beh, sempre meglio di quella
volta in cui Boggs mi ha fatto cantare in un locale country dove non c’erano
bagni…chiuso il giorno dopo dall’ufficio d’igiene”.
-Scusate…ehi, vi dispiace guardare
da questa parte ?
Nessuno degli alieni alza gli
occhi dal cibo.
-Ecco, apprezzo veramente tanto
che non abbiate ancora provato a mangiarmi, ma credo di aver assorbito
abbastanza la vostra cultura adesso, quindi vi dispiacerebbe liberarmi ? No, eh
? E se vi promettessi un appuntamento con la sorella di Lizard ? Niente ?
Almeno vi dispiacerebbe portarmi qualcosa da mangiare, possibilmente qualcosa
senza squame ? Ma che parlo a fare, tanto non capite una sola parola di quello
che dico.
Uno degli alieni si alza dal
tavolo, portando con se una delle piccole lucertole, e la deposita sul fondo
della gabbia prima di tornare al suo posto.
-Dovresti parlare di meno stando
zitto. Almeno urla in silenzio – dice l’alieno mentre si siede, in un inglese
impeccabile, lasciando Rick a bocca aperta.
-Che razza di… ehi, torna qui !
Perché non mi volete parlare ?
-ђψ.
-Oh, al diavolo.
Rick si rimette seduto, fissando
la piccola lucertola.
-Almeno posso sapere se è
commestibile ?
-Non ti farà niente – risponde un
altro alieno – E’ velenoso per la tua specie. Non mangiarlo.
-Allora perché me l’avete dato
!?!? Decidetevi se parlarmi nella mia lingua o nella vostra !!
-Юбдﻓ.
-Rick, vecchio mio, quando
imparerai a stare zitto ? – si lamenta da solo, fissando la lucertola.
Nel nostro universo, su di un
piccolo pianeta ai confini della Piccola Nube di Magellano. Una-Rogg sta
aiutando il fratello a riparare il proprio esoscheletro, con mezzi di fortuna
presi dalla nave che hanno rubato. Rogan cerca di fare lo stesso con la propria
Arma Universale.
Nessuno ha detto niente nelle
ultime ore, se non per farsi passare qualche utensile o maledire la propria
situazione. E’ Zey a rompere il ghiaccio, abituato com’è a rompere le cose.
-Comunque io vi avevo detto di
lasciarlo a me – mormora mentre Una esegue una saldatura sulla spalla.
-Non è vero – risponde Rogan.
-Dovevate farlo lo stesso ! – urla
agitando le braccia, sbilanciando Una che quasi gli disintegra la faccia con il
saldatore.
-Pama ! Stai un po’ attento !!! Ho
un emettitore di plasma in mano, razza di scimmia denebiana !
-Se tu avessi usato quello su
Vell…
-Non gli avrebbe fatto niente,
altrimenti avrei già usato la mia arma per farlo…gliel’avrei fatta vedere io a
quel rapitore – risponde eccitato Rogan.
-Stavo parlando di quell’altro,
imbecille.
-Oh. Anch’io, cosa credi ? Voglio
dire, il Predatore è su quella collina da ore e…
-Rogan, questo è il tentativo più
patetico di causare un ammutinamento che io abbia mai visto – gli risponde Una senza
nemmeno guardarlo.
-No, no, non volevo dire quello…
anche se, in effetti… la nave sarebbe
anche già prona a partire…
-E Ti ci ucciderebbe subito.
-Andiamo, non avrete mica paura di
quel prepotente !? Non ha neanche avuto il coraggio di uccidere il fratellastro
! Se non fosse stato per quel tizio sulla montagna, lo avrei condannato a morte
io stesso ! Vorrei proprio vedere Ti-Vell a…
-Sì ?
Nessuno dei tre si aspettava di
sentire un’altra voce, e si voltano di scatto verso la sua fonte. Nel farlo,
Una lascia cadere il saldatore, pronto a perforare un polpaccio di Zey…se non
fosse per un raggio di energia che, partendo dalla mano di Ti, devia il flusso
di plasma quanto basta perché Una afferri saldamente l’attrezzo di fortuna.
-Cerca di stare più attenta, Una.
Non sarà un granché, ma quello che stavi per azzoppare è un sempre un terzo del
mio equipaggio.
-Ehi !
-Cos’è che stavi dicendo, Rogan ?
-Ah ? Niente, niente ! Solo che
avrei preferito poter uccidere Genis-Vell ! Nient’altro !
-Rogan, il mio capo ingegnere
aveva più spina dorsale di te, ed era un mollusco. Qual è lo stato delle nostre
provviste ? Sufficienti ?
-Io mi sono portata dietro del
cibo sufficiente per una settimana – sorride Una indicando Rogan. - …due, se
contiamo mio fratello, anche se piuttosto che toccare tutti e due morirei di
fame.
-Ehi ! – rispondono all’unisono i
due presi in causa.
-Preferirei del cibo che non
riducesse il mio già poco numeroso equipaggio, Una. Potremmo dover restare
anche più di due settimane, quindi assicuratevi che le provviste siano
sufficienti.
-Che ci facciamo ancora su questo pianeta !? E’ uno
schifo e non c’è niente di interessante !
-Come il tuo cervello, Zey, ma non
per questo ci lamentiamo. In ogni caso, voi tre non avete poi molta scelta; la
nave è bloccata.
-Da chi ? – chiede Una alzando un
sopracciglio.
Ti non risponde, indicando
piuttosto con la strana montagna.
-Ah, sì !? Beh, chiunque ci sia là
in alto, gliela faccio vedere io ! – sbraita Zey alzandosi in piedi, venendo
bloccato per un braccio dalla sorella.
-Zey, per la prima volta nella tua
vita, pensa. Chiunque sia, ha
bloccato la lotta tra Ti e Genis, che ha poi spedito nello spazio. E’ oltre la
nostra portata.
-Anche dalla mia, per forza di
cose – risponde Ti con uno strano tono di voce, mettendosi a sedere su una
roccia.
-Che vuoi dire ? – domanda Una,
guardando di sfuggita anche l’Accusatore.
-Non rispondere, Rogan…tu non sai
tutta la storia. Devo riposarmi prima del prossimo allenamento, quindi…forse è
ora che vi racconti cosa è successo su questo pianeta dimenticato dall’Impero
sette anni fa.
A cinquantamila chilometri dalla
Terra. Una microscopica scintilla di luce percorre la suddetta distanza,
serpeggiando invece di andare in linea retta come al solito. Capita, quando
volate nello spazio senza essere nemmeno in grado di restare in piedi senza che
vi giri la testa. Per fortuna di Genis, il suo ospite sa delle sue condizioni e
in questo momento sta spostando la nave per venirgli incontro.
Soltanto un briciolo di Coscienza
Cosmica attiva informa Genis della presenza del mezzo, dato che la nave è in
occultamento telepatico; speciali dispositivi al suo interno emettono
particolari frequenze studiate per entrare a contatto con la maggior parte dei
sistemi nervosi centrali e dare un certo effetto. Altri dispositivi riflettono
la luce visibile e deviano le onde radio, rendendo così – di fatto – la nave
completamente invisibile alle capacità di osservazione terrestri.
Genis non sta pensando a tutto
questo, naturalmente. Una volta trovato il portellone d’ingresso e sentita la
gravità artificiale, è impegnato a vomitare sul pavimento granitico. Poco prima
di perdere conoscenza sente dei passi.
Quando si risveglia, una forte
luce circolare gli offusca ulteriormente la vista. Mettendosi a sedere, trova
di non avere più i dolori lancinanti di prima. In pochi secondi analizza la
stanza in cui si trova: semplice e spartana, composta interamente di un
materiale simile al marmo all’apparenza. Non ci sono porte e l’unica fonte di
luce è un qualcosa di simile a un neon sul soffitto.
-Ti senti meglio ?
-Non c’è paragone – risponde
mettendosi seduto e recuperando la parte superiore del costume (non si era
neanche accorto di essere a torso nudo).
-C’è altro che posso fare ?
-Potresti crearti dei vestiti,
Tehnek. Senza offesa, non avrei fatto storie se si fosse trattato di Shanaaka,
ma non sei il mio tipo.
Con una smorfia, l’Eterno Kree
muove un dito ed il suo corpo viene avvolto da un tessuto argenteo estremamente
sottile, ma non per questo poco resistente.
-Questo è un retaggio dei Kree normali che non riuscirò mai a
comprendere.
-Siamo già in viaggio, immagino.
-Naturalmente. Arriveremo a
Zor-Te-Nag, il mio pianeta, entro poco tempo. Mi sarei espresso con le unità di
misura a te più abituali, se tu non avessi eretto una debole barriera mentale.
-Ricordo ancora qualche trucchetto
titaniano… anche se non penso di averlo veramente imparato.
-Ti faccio notare che non l’ho
superato esclusivamente per cortesia.
-Meglio cambiare discorso… Non
sarebbe meglio andare nella cabina di pilotaggio ?
-Questa nave non ha un centro di
comando, quindi non c’è motivo di cambiare alloggio. Meglio che tu resti
seduto…alcune delle ferite erano molto gravi. Effettivamente, se non fosse
stato per le Zorr-Ke-Neshher…
-Nega-Bande, Tehnek. Il vostro
modo di chiamarle evoca brutti ricordi, come quasi tutta questa situazione.
-Peggiorerà soltanto…sappi che il
mio popolo non è nella situazione migliore. Altrimenti, non avrei mai contattato
un rosa per…
-Una civiltà di potenti barbari
guerrieri guidati da un sovrano con quattro cellule cerebrali funzionanti ed
una casta segreta di sensitivi ? Che strano
che non ve la passiate bene.
-E’ stato il terrestre a
suggerirti questa risposta ? – domanda Tehnek con sdegno.
-No, ma è nel suo stile. A
proposito, se vuoi scusarmi un secondo…
Appoggiando due dita alla fronte,
Genis chiude gli occhi ed attiva completamente la Coscienza Cosmica. Il suo
corpo viene ricoperto di stelle mentre la sua mente attraversa le dimensioni.
-Riesci a sentirmi, Rick ?
Davanti ai suoi occhi vede Rick
Jones circondato da decine di lucertole antropomorfe che si muovono in maniera
convulsa… Rick sembra allo stesso tempo sollevato e molto, molto confuso.
-Rick ? Sono Genis, riesci a
sentirmi ?
-Oh, Marv ! Da quanto tempo ! Che diavolo ti è successo, ti sei messo a
fare jogging sul girovita di Blob ?
-Rick, non hai idea di quanto mi
senta meglio dopo averti sentito, anche se non ho la minima idea di cosa tu
abbia detto. Sono alieni della Zona Negativa, quelli !?
-Già…era solo questione di tempo, eh ? Dicono di chiamarsi Syeki, e
credimi sono mille volte più pazzi di noi due messi assieme. Ehi, quello non è
l’Eterno Kree che abbiamo incontrato una vita fa ? Tekken o qualcosa del genere
?
-Tehnek, sì. Ascolta, ho avuto uno
scontro con Ti-V…con il Predatore, e le ho prese. Parecchio. Quindi mantenere
la comunicazione è un grosso sforzo per me, al momento…pensi di riuscire a fare
a meno di me per qualche altra ora ?
-Sicuro…non avevo un granché da fare sulla Terra, e se capire questi
lucertoloni diventasse troppo noioso – anche se di sicuro non può diventare troppo facile – ho sempre con me
l’occorrente per continuare a scrivere il mio libro.
-Non leggerglielo o ci faranno
subito guerra.
-Marv, inizio a preoccuparmi seriamente, quella era un’ottima battuta.
-Sono successe molte cose. Ti
ricontatterò non appena mi sarò sentito un po’ meglio, d’accordo ? In caso di
emergenza sarò in ascolto.
-D’accordo, ma non fare troppo il farfallone su quel pianeta di nudisti
dove ti credono un dio.
-Purtroppo avrò altro da fare,
sembra. Genis, chiudo.
L’effetto della Coscienza Cosmica
svanisce, e Genis riapre gli occhi per vedere la faccia di uno scocciato
Tehnek.
-Ancora non hai scaricato il
terrestre ? Mi chiedo che utilità continui a trovarci.
-Rick vale dieci milioni di volte
più di te, Tehnek. Allora, qual è la situazione sul pianeta degli dei dalla
pelle blu…e come mai non c’è anche Shanaaka, con te ? Credevo faceste insieme
questo genere di missioni.
-La commozione cerebrale ti ha
fatto forse dimenticare gli eventi del nostro ultimo incontro…Prescelto ?
-Mi avete intrappolato in una
sorta di gioco politico per togliere il potere al vostro re e darlo alla setta
dei Sensitivi, di cui Shanaaka faceva parte. Che è successo ?
-Abbiamo vinto, naturalmente.
-E dove sarebbe il problema ?
-Che Shanaaka attualmente è la
regina, e le cose vanno infinitamente peggio di prima.
-Tehnek, non ho la minima
intenzione di aiutarvi di nuovo…
-Questo è un bene, Prescelto,
perché sono venuto da te per trovare un alleato che mi aiuti a spodestare
Shanaaka e a far tornare il vecchio ordine.
-Non hai partecipato anche tu a
creare la situazione attuale ? – domanda Genis portandosi di nuovo in dito sulla
fronte, per frenare l’emicrania. La comunicazione è stata estenuante.
-Naturalmente, ho anche io le mie
colpe. Ma ciò che importa è che questo
ordine non riuscirà a resistere al ritorno del nostro più grande traditore…
l’uomo chiamato Kezaaka.
Piccola Nube di Magellano. Il sole
sta per tramontare su di un piccolo pianeta dimenticato da tutti. Ai piedi di
una strana montagna quasi cilindrica, quattro persone sono riunite attorno a
quella che assomiglia alla versione futuribile di una torcia elettrica. Due di
essi vengono anche debolmente illuminati da una mano il cui indice ha appena
iniziato ad emettere una debole luce giallastra.
-Stai fermo. Se ti muovi, rischio
di amputarti un braccio.
L’avvertimento di Ti sembra non
rassicurare molto Zey, che inizia a sudare freddo quando il dito inizia a
saldare il lato più esterno del suo esoscheletro.
-Non preoccuparti. Se mi sbaglio,
ti taglio anche la testa così non sentirai niente.
-Forse potremmo tentare di
aggiustare il saldatore – suggerisce Rogan, innervosito dalla noncuranza di Ti.
-Credo che ci siano provviste a
sufficienza per un anno intero – conclude Una dopo aver passato in rassegna una
lista sul piccolo computer che ha in mano.
-Bene. Ci sono dei frutti
commestibili sul pianeta, ma ne ho mangiati per molti mesi di fila e, potendo,
eviterei di rifarlo.
-Me ne ha parlato mio padre. Disse
che, se non fosse stato per te, gli sarebbero bastate le provviste della nave.
-Tipico del vecchio capitano. Se
non fosse stato per me, non avrebbe neanche dovuto preoccuparsi delle
provviste, dato che sarebbe morto comunque. Ti avevo detto di stare fermo, Zey
– le ultime parole sono quasi coperte dal rumore delle scintille.
-Dove ero rimasto ?
-Eri sulla nave prigione per il
trasferimento – risponde Una.
-Già, proprio sul bello. Non so
bene cosa sia successo, dato che ero nella mia cella, ma la nave ha iniziato ad
inclinarsi e dopo un po’ abbiamo colpito il suolo. Molto violentemente. Ora, la mia cella era molto vicina alla parte
dello scafo che rimase più danneggiata. Una qualche esplosione aprì una breccia
proprio nel muro della cella, non molto ampia, ma abbastanza perché ci
passassi. La gravità era molto strana, quindi caddi praticamente subito dopo
aver messo piedi fuori dalla nave. Dopo un ruzzolone di diverse decine di
metri, vidi che la nave era caduta in una specie di canyon. C’è ancora il
segno, sicuramente, più o meno dall’altra parte del pianeta credo.
-Perché mio padre la riportò
indietro. Dev’essere stato un impatto molto forte, viste le condizioni in cui
era.
-Non rovinare il racconto, Rogan.
Dicevo…ero riuscito a scappare per pura fortuna, quindi decisi di usarla al
meglio. Mi nascosi in una grotta fino al giorno dopo, quando uscii per trovare
da mangiare. Il vecchio capitano mi ritrovò praticamente subito…la sua armatura
non aveva un solo graffio. Ci volle un bel po’, dopo parecchie botte ed
insulti, per capire cosa fosse successo. Alla caduta, il capitano utilizzò una
sorta di uscita di emergenza per scappare; non so se le fanno ancora. Riceveva
solo due segnali vitali in tutto il
pianeta, ed io ero il più vicino.
-E gli altri prigionieri ? Tutti
morti nell’impatto ?
-Pensavamo di sì, Una, anche se
più tardi scoprimmo che a tutti era scoppiata la testa subito dopo la mia fuga.
L’unico motivo per cui il vecchio non mi uccise, penso, fu perché non se la
sentiva di parlare da solo per tutto il viaggio – l’altro segnale era molto lontano – anche se ci insultammo e
basta. Alla fine, attratti dal segno nel terreno, arrivammo qui.
-Quale segno ? – lo interrompe Zey.
-Giusto…con la montagna non è più
così semplice vederlo. All’epoca, questo era una semplice pianura. Il
gigantesco triangolo rosso disegnato sul terreno era un indizio non da poco. Al
centro, in meditazione, c’era un Kree completamente nudo, che non ci salutò
nemmeno. Dopo un po’, il vecchio perse completamente la pazienza e gli sparò
con la sua Arma Universale. Il tizio nudo si trasformò immediatamente in
energia, lasciandosi oltrepassare dal raggio – Ti ignora completamente la
sorpresa sul volto del suo equipaggio, Rogan compreso, e continua il suo
racconto.
-Ci provò diverse volte, senza
successo. Per una settimana o giù di lì, il tizio nudo non sembrò neanche
notarci. Poi si decise a parlare, senza preavviso. Disse di chiamarsi Kezaaka,
di essere uno dei perduti Eterni Kree e di essere dispiaciuto per la sorte dei
nostri compagni. Il vecchio iniziò a fargli mille domande, ma Kezaaka rispose
solo a quelle a cui voleva. Era stato lui a distruggere la nave, questo ce lo
disse subito. Pensava che fossimo suoi nemici, e per proteggersi aveva fatto
schiantare la nave. Non incontrava nessuno da decine di migliaia di anni, e non
si aspettava niente di buono. Quindi, per andare sul sicuro uccise tutti quelli
che erano a bordo della nave; inutile sottolineare che io e il vecchio eravamo
fuori.
-Come può una persona sola…anche
un Eterno…sabotare una nave di quelle dimensioni, e a quella distanza !? – lo
interrompe Rogan.
-Kezaaka non è un Eterno come
tutti gli altri. Il vecchio non faceva altro che chiedergli due cose: riparare
la nave e rivelargli il segreto del suo potere. Rispose che non poteva uscire
dal triangolo, neanche volandoci sopra, e che da così lontano non poteva
riparare la nave. Non che io ci creda molto. Ci volle molto più tempo per farlo
parlare del potere, ma alla fine si decise a parlare…esasperato dal vecchio,
credo. Disse di essere l’ultimo praticante di un qualcosa chiamato “Wa-kaar-e”,
una sorta di esercizio mentale degli Eterni Kree… disse che per loro
significava, più o meno, “unione della mente con il cosmo”.
-Mio padre non mi ha detto niente
di tutto questo !!!
-Disse che tutti gli Eterni Kree
hanno il potenziale per controllare ogni atomo del proprio corpo, come tutti
gli altri Eterni…ma aggiunse che suo padre aveva fatto il passo successivo. Il
controllo di Kezaaka sul proprio corpo era tale da poterlo trasformare in
qualsiasi forma di energia. Il vecchio iniziò a perdere interesse
nell’argomento proprio quando io iniziavo ad appassionarmene; iniziai a fargli
io delle domande, mentre il vecchio tornava alla nave per recuperare delle
provviste e tentare di contattare l’Impero. Kezaaka mi disse subito che ero io
l’unico motivo per cui non eravamo morti quando il vecchio lo aveva attaccato,
perché aveva “trovato del potenziale” in me, qualunque cosa significasse.
Diceva anche che i Kree non hanno le caratteristiche fisiologiche per poter
imparare il Wa-kaar-e, ma che esisteva la possibilità di ottenere un qualcosa
di molto simile grazie alla tecnologia. Quello che è successo dopo dovresti
saperlo, Rogan.
I due Rogg passano a fissare
intensamente l’Accusatore, in attesa della prosecuzione.
-Ah, devo raccontarlo io ? Non
c’è molto da dire…dietro le istruzioni di Kezaaka, mio padre combinò un' Arma
Universale, uno Psico-Magnetrone ed un acceleratore genetico Skrull…tutte armi
che aveva recuperato dalla nave. Utilizzò il procedimento su se stesso, ma non
funzionò. Kezaaka disse di non riprovarci, dato che il sistema poteva
funzionare solo una volta, e che la seconda sarebbe stata letale. Mio
padre…sottomise Ti al procedimento…che funzionò.
-Esclusivamente perché Kezaaka
lo fece funzionare…dietro la sua posa da amante dell’universo c’è davvero un
gran bastardo.
-Ti si allenò con Kezaaka per
il resto dell’anno, per poi lasciare il pianeta una volta in grado di farlo.
Mio padre invece riparò i motori della nave e tornò all’Impero. Si batté a
lungo perché gli scienziati replicassero il procedimento, ma tutto ciò che
riuscirono a fare fu trasformare un terrestre in una sorta di bomba vivente…credo
si chiami Nitro e sia ancora in circolazione.
-Più precisamente – risponde Ti –
la macchina, senza l’esercizio mentale e qualche modifica fisica al cervello, è
di per sé inutile. La macchina ha trasformato i miei atomi in “atomi a memoria
di stato”, dandomi la possibilità di scorporarmi o integrarmi a piacimento.
Senza le modifiche al cervello, però, non è possibile scegliere il tipo di
energia in cui trasformarsi, o controllarla.
-Proprio una gran bella storia –
dice Una alzandosi in piedi – Ma non spiega perché sei tornato qui, e perché
dobbiamo rimanerci per dei mesi.
-E’ molto semplice. Secondo
Kezaaka, esistono cinque stadi nell’apprendimento del Wa-kaar-e. Il primo
stadio è quello che viene garantito dal procedimento, non molto diverso da
quello usato su quel Nitro. Attualmente, io sono al terzo livello. Kezaaka è al
quarto, e solo suo padre arrivò a ridosso del quinto. Kezaaka sta studiando per
arrivare al quinto livello da migliaia di anni, sperando così di superare il
triangolo, ma…a suo dire…dato che la base del mio potere è artificiale, non
dipende dal controllo mentale tanto quanto il suo. Per questo sono arrivato
così avanti in così poco tempo… ma avevo fretta di lasciare il pianeta e
prendermi una rivincita con l’universo, quindi lasciai al terzo livello. Prima
di lasciarmi andare, Kezaaka mi disse queste semplici parole: “Tornerai,
nessuno si ferma a pochi passi dal paradiso”. Adesso, finalmente, credo di aver
capito cosa voleva dire.
CAPITAN MARVEL #22
Un sottile filo rosso
-Il nulla.
La voce è calma e rilassata, meno
acuta di quanto non fosse prima. Gli occhi di entrambi gli uomini sono chiusi,
ed entrambi sono seduti a terra.
-Riesci a sentirlo ? Tra le
molecole del tuo corpo. Tra gli atomi del tuo corpo. Tra i nuclei e gli
elettroni di ogni atomo del tuo corpo…il nulla.
-Sì, lo sento. Sembra di sentire
una conversazione tra i membri del mio equipaggio, ma lo sento.
Le labbra dell’uomo bianco si
muovono in un piccolo sorriso, e quelle dell’uomo blu in una piccola smorfia.
-Ora che lo senti… riempilo. Ogni
atomo, ogni particella subatomica è un piccolo sole che aspetta solo di
bruciare. Bruciare. Bruciare.
I due uomini sembrano esplodere,
ma non c’è rumore. Solo della luce in forma umanoide, che illumina la notte di
un piccolo pianeta sperduto.
-Il primo livello – dice l’uomo
blu – La forza della mente. Noi ci siamo mossi nel vuoto; ci siamo espansi, ma
siamo sempre noi. Non perdere il contatto con te stesso, o svanirai; non aver
paura, o resterai materia.
-Dobbiamo fare tutto questo stupido rituale ? So
arrivare al terzo stadio in un picosecondo…
-Ora – lo interrompe con poca pazienza il maestro – noi muoveremo il
nulla. Perché un viaggio non si interrompe con il primo passo. Muoviti attorno
al nulla… ascolta ciò che è intorno a te e imitalo…muoviti attorno al nulla…
Le due masse di luce cambiano
luminosità, colore, intensità, e mille altre caratteristiche meno evidenti.
-Il secondo livello – dice l’uomo
blu – Il dominio della mente sulla materia. Noi controlliamo ciò che è intorno
al vuoto; lo abbiamo mosso, ma esso è sempre con noi. Non avere fretta, o sarai
solo luce; non pensare al vuoto, o ti inghiottirà.
-Potevamo saltare tutto questo
senza grossi problemi, lo sai vero ?
-Ora, il nulla ci verrà incontro.
Perché un viaggio non si interrompe quando si intravede la sua lunghezza. Non
importa quanto sia vasto il nulla dentro di noi, non perderemo mai la strada
verso noi stessi. L’elettrone non perde il nucleo, e i tuoi atomi non si
perderanno tra di loro. Ricorda chi sei tu e chi è il nulla. Tu non sei il
nulla, il nulla non è te, vi evitate ma non potete separarvi. Ascolta il nulla.
Ascolta il tutto. Ascolta.
Le due forme luminose si separano
a metà, si ricompongono, si allargano e si restringono, esplodono in mille
direzioni e tornano insieme.
-Il terzo livello – dice l’uomo
blu – La molteplicità delle cose. Tu sei l’energia e l’energia attraversa il
nulla; noi ci muoviamo, ma siamo sempre fermi per noi stessi. Dal calore alla
gravità al movimento, tutto è energia e noi siamo il tutto. Non bruciare troppo
o ti esaurirai; non dimenticare chi sei o tornerai indietro.
-Abbiamo finito ? – domanda
spazientato l’uomo bianco, anche se ora è energia.
-Sì, per adesso sì.
Ti-Vell e Kezaaka riaprono gli
occhi e si guardano l’un l’altro.
-E’ stata una colossale perdita di tempo. So già fare tutto questo; voglio andare
oltre.
-Non c’è un oltre se non lo vuoi
guardare.
-Eeeh !?
-Dipende da ciò che vuoi essere.
Se per te il Wa-kaar-e è solo un trucchetto per diventare potente,
congratulazioni, sei già al massimo stadio.
-Beh, grazie tante, allora. Potevi
dirlo subito, e non sarei neanche tornato a cercarti.
-Ci sono altri due stadi,
ovviamente – Kezaaka solleva due dita, trasformandole in energia – Ma servono
altri motivi.
Ti sta per fare un commento sulla
cosa, ma viene zittito dalla trasformazione del secondo dito di Kezaaka in un’altra
forma di energia.
-Come…credevo si potesse usare una
sola energia alla volta…
-Niente motivazioni, niente
energia – gracchia Kezaaka, con un sorrisetto che non utilizzava da
settecentocinquantamila anni, e tutte e dieci le dita delle mani trasformate in
altrettanti tipi di energia.
Il sole non la vuole smettere di
tramontare, e Rick Jones si asciuga il sudore sulla fronte. E’ stato su molti
mondi alieni, ma quelli desertici sono i peggiori. Riparandosi all’ombra di una
strana pianta violacea, guarda cosa ha scritto:
“La Zona Negativa. Un luogo come
tanti altri, anche se le vostre molecole sono composte di antimateria.
Benvenuti sul pianeta…ecco in realtà il pianeta non ha veramente un nome, è
solo un piccolo pianeta sabbioso che orbita ad una piccola stella in una
piccola galassia. Tutto molto normale, pur considerando che lo spazio in cui si
muove tutto questo è cosparso di aria. Il che, secondo gli scienziati
terrestri, è impossibile.
In realtà, c’è una spiegazione. Lo
spazio può essere pieno d’aria se l’attrito è praticamente nullo. Questo,
secondo alcune culture che iniziano ora a viaggiare nello spazio, è
impossibile. Ovviamente c’è una spiegazione anche a questo. L’attrito è nullo
solo nello spazio planetario; nelle altre situazioni, l’ambiente è del tutto
simile a quello della nostra dimensione. Anche questo, secondo le più avanzate
culture stellari che ho incontrato, è impossibile.
In ogni caso, la cosa non dovrebbe
creare problemi ai visitatori, visto che le leggi della fisica cambiano a seconda
del luogo in cui ci si trova, quindi non ci si deve meravigliare troppo. Anche
perché tutte le culture del nostro universo probabilmente affermano che questo
è impossibile.
In sostanza, se l’impossibile per
voi non è un problema, potete venire a visitare il pianeta…come si chiama”
Prima che possa continuare a
rileggere le proprie avventure su questo pianeta, Rick viene interrotto
dall’ombra di una delle lucertole umanoidi che compongono la popolazione
locale. Quando alza lo sguardo, però, ce ne sono tre.
-Oh, salve – è tutto quello che
riesce a dire. Scriverà qualcosa di meglio sul resoconto.
-Noi siamo i Syeki – risponde uno
degli alieni.
-Ah. Ehm…okay.
-Capito ?
-Sì, certo. Syeki. Bel nome.
-No. Non Syeki. S-y-e-k-i. Noi
siamo i Syeki.
-Va bene. E…questo dovrebbe dirmi
qualcosa ?
-No. Pensavamo solo che non
potesse interessarti.
-Ah…
-Noi siamo i Syeki – dice un altro
dei tre.
-Ho capito.
-Non ti interessa ?
-No no, mi interessa. Gran bel
nome, davvero. C’è qualche altro significato ? Syeki vuol dire qualcosa ?
-Solo “Syeki”.
-Capisco. Sentite…prima di me…era
mai passato nessuno ? Qualcuno di diverso da voi ?
-Tu.
-Io ero già passato di qui ?
-No. Non tu…quell’altro.
-Quell’altro chi !?
-Tu.
-Non ci sto capendo niente… vi
preferivo quando parlavate la vostra lingua.
-Ma è la tua lingua, visto che non
lo è. Noi siamo i Syeki.
-Lo hai già detto.
-Comunque noi siamo i Syeki.
Rick chiude il bloc notes,
iniziando a pensare a quanto sarà lunga questa giornata e a cosa potrebbe fare
a Genis per averlo lasciato da solo con questa gente…
A poche centinaia di migliaia di
anni-luce dalla Grande Nube di Magellano. A bordo di una nave senza porte e
senza punti di osservazione, dove il viaggio sembra lunghissimo.
Genis ha lasciato per un attimo
Tehnek a concentrarsi sulla rotta da seguire, per attivare la Coscienza Cosmica
ed analizzarsi un’altra volta. Sente il suo stesso cuore. Non c’è un tumore.
Adesso ne è sicuro. Allora perché, finora, non era stato in grado di capirlo ?
Perché non riusciva a guardare nel punto giusto ?
Le domande devono essere
rimandate, perché il suo compagno di viaggio è già di ritorno dalle sue
peregrinazioni mentali.
-Allora…cos’è questa storia del
nuovo governo che non funziona ? Chi sarebbe questo traditore ? E
soprattutto…cosa c’entro io, Tehnek ?
-Immagino sapessi che saremmo
arrivati a questo momento, prima o poi- per la prima volta, sul volto del
guerriero Eterno si dipinge un’espressione di tristezza – Molto bene. E’ una
storia che inizia molto, molto tempo fa… in una galassia molto, molto lontana
dalla… non ci trovo niente da ridere, Prescelto.
Perfetto contraltare di Tehnek,
Genis sta infatti trattenendo a stento una sonora risata. Riesce in qualche
modo a ricomporsi, ma non a smettere di sorridere.
-Sì, sì, scusa…devo aver frequentato
troppo Rick. Continua.
-Inizia più di un milione di anni
fa, ed è la storia di due fratelli.
Genis smette immediatamente di
sorridere.
-I due fratelli si chiamavano
Goshnaara e Shireeka, ed erano gli Eterni Kree più straordinari di tutta la
storia passata e futura. Anche rispetto a degli dei in carne ed ossa, erano dei
giganti. Possedevano un intelletto titanico, un corpo indistruttibile, una
disciplina mentale infrangibile e tutte le qualità dei grandi Eterni, al
massimo grado. I nostri filosofi più illustri hanno dimostrato chiaramente che
gli Eterni Kree sono già all’apice dell’evoluzione, e che quindi non è
possibile andare oltre, essendo già arrivati alla perfezione; tuttavia, si può
tranquillamente affermare che i due fratelli fossero un po’ più che perfetti.
-Considerato che, se ricordo bene,
Goshnaara è tuo padre, posso capire da chi hai ereditato la modestia.
Ignorando il commento di Genis,
l’Eterno continua.
-Tuttavia, anche se la perfezione
era loro diritto di nascita e non c’era assolutamente alcun modo per capire chi
fosse il più capace in qualsiasi campo… dato che entrambi erano così al di
sopra di ogni definizione possibile… in quanto a carattere, i due fratelli non
potevano essere più diversi. Goshnaara era il tradizionalista, intento a
portare avanti la Gloriosa Tradizione degli Eterni Kree. Shireeka invece era il
fratello irresponsabile, pronto a sputare su ogni cosa fosse lontanamente sacra
per il nostro popolo. Goshnaara ebbe dozzine e dozzine di figli, dando il
massimo per ognuno di loro; Shireeka mise per sbaglio incinta la prima Eterna
che trovò…almeno a suo dire…e si disinteressò completamente al figlio, fin da
subito. E mentre Goshnaara metteva il suo potere a disposizione di tutti gli
Eterni, Shireeka lo usava per rendersi importante e spaventare i Kree più
deboli di cuore. In tutto il pianeta originale, i due fratelli furono così
presto identificati come l’eroe della tradizione e il traditore della propria
gente.
-Questa storia mi ricorda
tremendamente qualcuno che conosco… - farfuglia Genis, ignorato da Tehnek che
sembra quasi citare un testo sacro.
-Tutto cambiò quando i Celestiali
vennero per distruggere il pianeta che ci eravamo scelti. Non ricordo nemmeno
cosa ti raccontammo in merito, sinceramente… non ha più importanza, perché ora
ti dirò la verità. La verità è che i nostri Dei dello Spazio ci distrussero con
meno di un cenno della mano senza che noi potessimo dire, fare o pensare a
niente. Anche se una minima parte di noi sopravvisse e ripopolò un nuovo
pianeta… eravamo distrutti nello spirito. Non riuscivamo ad accettare di essere
stati considerati indegni. E allora…tutto cambiò.
-L’hai già detto – lo interrompe
Genis.
-E allora cambiò tutto di nuovo – lo zittisce duramente Tehnek
– Dopo la distruzione, gli Eterni Kree furono ossessionati dalla colpa di non
essere degni di sopravvivere secondo i loro dei. In seguito a questo nacque la
setta dei Sensitivi, inizialmente dedita al raggiungimento di una perfetta comunione
con l’universo. Considera quello che ti ho detto finora. Chi poteva aver creato un insieme di persone per continuare la
tradizione ?
-Goshnaara ?
-Shireeka – risponde l’Eterno con entusiasmo – Proprio così. Il
fratello rinnegato ebbe un’illuminazione, a suo dire. Diceva che gli Eterni
Kree avevano raggiunto un livello di stagno evolutivo solo perché non si erano
più presentate nuove sfide. Senza nulla per cui combattere, la biologia poteva
fare solo dei microscopici passi in avanti; lui e suo fratello, per esempio. Ma
lo shock della distruzione ad opera dei Celestiali fu quanto di più traumatico
si potesse immaginare. A prova delle sue idee, addestrò un cospicuo numero di
Eterni a sviluppare le proprie capacità mentali.
-E questi Eterni includevano tua
sorella Shanaaka, dato che è tra gli attuali Sensitivi.
-No, Shanaaka venne addestrata
solo in seguito. I Sensitivi, in ogni caso, travisarono le parole di Shireeka.
Lui voleva che quelle nuove capacità fossero finalizzate a raggiungere una
perfetta comunione con l’universo. Loro volevano un’arma per distruggere i
Celestiali.
-Non esattamente quello per cui
sono portati i Kree, sia Eterni che non…senza offesa.
-No, nessuna, Prescelto. Ben
presto, i due fratelli entrarono in aperto conflitto tra di loro ed anche con i
Sensitivi. Anche Goshnaara voleva distruggere gli Dei dello Spazio, ma si
rifiutava categoricamente di farlo grazie ad un avanzamento genetico provocato
da loro stessi. Fu così…testardo
nella propria decisione che passò i successivi seimila anni a costruire da solo
delle armi adatte.
-Le Nega-Bande – interviene
eccitato Genis, spalancando gli occhi.
-Esatto…le Zor-Ke-Nashher, come le
chiamiamo noi. Tutto quello che ti abbiamo detto in proposito è vero…tranne che
furono create più paia di “Nega-Bande”, perché Goshnaara non voleva combattere
certo da solo. A questo punto, chiunque
avrebbe giurato che fosse il nostro
re ad aver vinto la faida. Avevano dimenticato quanto fosse forte la rivalità,
però. Shireeka mise da parte tutte le proprie idee filosofiche e si costruì un
nuovo obiettivo: se il fratello poteva creare delle armi che facessero
trionfare un battaglione contro gli Dei…lui avrebbe trovato il modo per
sconfiggerli da solo.
-Impossibile. Ho avuto a che fare
con i Celestiali…
-Hai ragione, è impossibile. Ma la
cosa veramente impossibile è che ci
andò vicinissimo. La testardaggine era comune ad entrambi i fratelli.
-Vuoi dire che questo Shireeka
costruì un’arma ancora più potente delle Nega-Bande ?
-No. Voglio dire che Shireeka divenne quell’arma. Arrivò a concepire e
mettere in pratica quella che è stata considerata la massima estensione
possibile dei poteri di un Eterno, potenzialmente milioni di volte più
distruttiva dell’Uni-Cervello. Arrivò ad utilizzare il Wa-kaar-e.
Un piccolo pianeta nella Piccola
Nube di Magellano. Ti-Vell fluttua a mezz’aria, il corpo costituito per metà di
energia. Kezaaka è dietro di lui, i palmi delle mani a poca distanza dal suo
cranio.
-Non mi avevi detto che erano
necessarie altre modifiche fisiche…
-Non avevo ragioni per dirtelo.
Sei ancora convinto di non avere ragioni per continuare l’addestramento ?
-Continua a non venirmi in mente
niente…ma se hai accettato, perché me lo chiedi ?
-Perché io conosco i tuoi motivi,
Ti-Vell; posso leggerli nella tua mente, eppure voglio che sia tu stesso a
dirmeli.
-Allora sentiamo, perché vorrei
sottopormi ad un durissimo addestramento per diventare più forte, se sono già
spaventosamente potente ?
-Perché ti senti abbandonato da
tuo padre e vuoi dimostrare di poter essere migliore di Genis.
-Cosa !?
Ti si mette in piedi, aumentando
la percentuale di energia, e si volta per guardare Kezaaka negli occhi.
-Fino a poco tempo fa neanche
sapevo chi era mio padre, e me non me ne è mai fregato niente ! Ed io sono
molto meglio di quello smidollato che vive idolatrando suo padre…potevo
ucciderlo, se non mi fermavi !!! Che ne sai tu
di…
-Ascoltami, Ti. C’è un motivo per
cui non sei morto insieme a tutti gli altri, su quella nave…ed è che ho letto
la tua mente ed ho visto quanto è simile il nostro passato. Mio padre…era
considerato quasi una divinità, anche per gli Eterni Kree. Credimi, il mio
potere non è nulla paragonato a quello che possedeva lui. Non si è mai
interessato a me, esattamente come Mar-Vell non ha mai neanche saputo della tua
esistenza. E proprio adesso che hai capito quanto sia vuota la tua vita, l’hai
paragonata alla sua. Così, ti senti inferiore a tuo padre, perché ha vissuto la
vita che voleva, ed odi il tuo fratellastro perché è sicuro della propria
identità.
-Ecco…forse può sembrare così, ma…
-Vedi, c’è un sottile filo rosso
che unisce tutte le nostre vite. Anche mio padre fu aiutato da qualcuno, quando
nessuno gli si sarebbe avvicinato per la paura che ne avevano tutti. Ad un
passo dal perdere fiducia in se stesso, incontrò un uomo che lo rese il più
potente di tutti gli Eterni. Quell’uomo, se così si può chiamare, diceva di
essere l’Ateo ed il suo passato è avvolto da un tale mistero che sono stato
confinato in questo triangolo rosso per avere indagato.
-E chi…
-Ci sono segreti, Ti, che
dovrebbero essere negati anche agli dei. Segreti che mi porterò nella tomba.
Non posso lasciare questa montagna, ma posso far sì che l’eredità di mio padre
continui. Serve una disciplina mentale assoluta per praticare il Wa-kaar-e, Ti.
Qualche millennio prima che arrivassi tu, scoprii che il quinto livello mi sarà
negato per sempre. La mia mente è così potente da non permettermi di isolarmi
completamente dalle altri menti dell’universo, persino a questa distanza. Il
paradiso del nulla non fa per me. Ma…
-Ora sei tu a volermi dire
qualcosa che non vuoi ammettere, vero Kezaaka ?
-Ti, sono uno dei telepati più
potenti dell’universo. Ho visto la tua mente e l’ho trovata simile alla mia, ma
la tua vita non è infinita e non avresti vissuto abbastanza a lungo. Avevi
bisogno di apprendere più velocemente di quanto fosse mortalmente possibile.
Avevi bisogno dei miei schemi cerebrali, e te li ho dati.
-Quindi io sono già al quarto
livello…anche se devo ancora imparare ad usarlo ?
-Precisamente. Come vedi, allora,
hai molti motivi. Tuo padre. Tuo
fratello. Mio padre. E il filo rosso che unisce questo e molto altro.
Ti riflette per un attimo,
guardando il paesaggio notturno di un pianeta che è giunto a considerare come
la sua ultima casa. Poi, fissa nuovamente il suo maestro.
-Addestrami, Kezaaka.
-Molto bene – sorride il giovane
vecchio, rimettendosi a sedere – Il nulla. Riesci a sentirlo ? Tra le molecole
del tuo corpo. Tra gli atomi…
Zona Negativa. Rick Jones si
chiude gli occhi e si passa le mani sulla faccia, sfinito.
-Allora…un’ultima volta.
Intorno a lui si è radunata una
dozzina di alieni, tutti dall’espressione molto interessata. Qualcuno ascolta
anche da lontano.
-Dite di sapere che ci sono altre
forme di vita, ma anche che non è possibile. Avete detto di aver incontrato
degli alieni, in passato, ma che non sono mai esistite altre razze. Parlate la
mia lingua, ma dite di non conoscerla. Avete sollevato tonnellate di roccia ma
dite di non avere nessun potere. Per non parlare del fatto che non sapete
neanche dirmi se tra di voi ci sono maschi e femmine, non capite il concetto,
ma sapete che io sono un maschio.
-E’ tutto falso, non abbiamo mai
detto quelle cose, anche se l’abbiamo fatto – precisa un alieno.
-Sono capitato su un pianeta di
pazzi. Se provassi a dirvi che il vostro pianeta è rotondo probabilmente…
-Ma il nostro pianeta è rotondo. Anche se è piatto. Noi siamo
i Syeki.
-E adesso questo che c’entra !?!?
-Noi siamo i Syeki, ma ci
chiamiamo soltanto così. Anche se lo siamo, non ci chiamiamo mai così. Quasi
sempre almeno.
-Non è possibile…continuate a
contraddirvi…
-Certo. Noi siamo i Syeki; noi
diciamo tutto e il contrario di tutto, sempre, ma a volte no.
-Perché !?
-Ci dobbiamo ancora pensare. E’ il
Ck.
-Il cosa !?
-Il-tutto-che-è-il-nulla. Il Ck.
-E’ la vostra religione ?
-Forse… - risponde quasi
imbarazzato l’alieno, volgendo lo sguardo ai suoi simili.
-Sentite…se vi facessi una domanda
semplice…molto semplice…potreste
darmi UNA risposta ? UNA SOLA ?
-Forse.
-Che cosa è successo agli altri
abitanti di questa galassia ?
-Ck.
-Cioè ?
-Questa è una seconda domanda.
-Merda.
-Questa è un’altra cosa ancora. Ho
già detto che noi siamo i Syeki ?
Grande Nube di Magellano.
-Riesci a sentirlo ? – domanda
Genis.
Tehnek osserva la nave con tutti i
suoi quindici sensi, vedendosi costretto ad ammettere:
-Non sento niente.
-Io invece sento…qualcosa…come una
sorta di fischio molto acuto, un riverbero sonoro…
-Genis-Vell, figlio di
Mar-Vell e nostro Prescelto !
-Aaah ! – urla Genis portandosi le
mani alle orecchie, piegandosi per il dolore. La Coscienza Cosmica è attivata.
-Genis, cosa ti prende ? Io non
vedo niente !
-Non ascoltare ciò che ti
dice il guerriero, Prescelto ! Solo noi conosciamo la verità sugli Eterni Kree
!
-Potreste…per favore…comunicare
più piano !? Mi sta scoppiando il cervello…
-Noi siamo i Sensitivi, Prescelto. Noi siamo ciò che guida il popolo in
tua assenza.
-Sì, e molto bene anche, a quanto
ho sentito. Ouch, ed io che credevo che la musica terrestre fosse tremenda…
Comunque non credo più alla vostra facciata mistica, quindi piantatela.
-Stai parlando con i Sensitivi ?
Devono averci trovato !
-Non avremmo dovuto permettere a Shanaaka di narrarti la verità sulla
religione del Prescelto, o Prescelto.
-Non avreste neanche dovuto
lasciar venire Tehnek a chiamarmi, visto che avevo già in mente di tornare a
sistemare un po’ i conti.
-Prescelto…sono giorni tumultuosi sul nostro pianeta. La Coscienza
Cosmica blocca le nostre modifiche mentali, ma potremmo giungere ad un accordo.
-Non avete niente che…
-Per esempio, potremmo curare il tuo male, se tu non
entrassi in contatto con la popolazione locale.
-Cosa !? Cosa c’entra adesso il
tumore ?
-Noi siamo i Sensitivi, Genis-Vell. Noi sappiamo ogni cosa ci serva.
L’accordo è stabilito ?
-Ecco…
Genis si ferma un secondo,
assicurandosi che non gli stiano leggendo la mente. Non gli sembra, ma forse
data la distanza non può capirlo con sicurezza.
“Com’era quel vecchio detto Kree…
una coincidenza è un caso, troppe coincidenze sono un piano. La vita di due
figure mitiche degli Eterni Kree che rispecchia il mio incontro con Ti, di cui
non sapevo niente fino a poco fa. Il ritorno improvviso di Tehnek. I problemi
della Coscienza Cosmica. Il blocco mentale del Capo. L’accordo che mi ha
proposto, praticamente lo stesso dei Sensitivi. E’ tutto collegato…non so come,
ma…è una trappola, sicuramente”
-Allora, Prescelto…?
-Un secondo solo.
“Cosa avrebbe fatto mio padre ?
Rifiuterebbe il patto, rovescerebbe il governo e poi cercherebbe di capire il filo che collega tutto. Ma forse se lo
aspettano…Pama, perfino io so che la prima cosa a cui penso è come agirebbe mio
padre. Che farebbe Rick, invece ? Forse… accetterebbe per finta e li
smaschererebbe quando cercano di incastrarmi. No…tutto questo sembra basato su
come mi comporterei normalmente. Qualcuno ha immaginato le mie reazioni ad una
serie di eventi ed ha aspettato che io facessi il resto. Niente Mar-Vell o
Rick, Genis, questa volta sta a te. Che cosa farebbe Capitan Marvel ?”
-D’accordo, Sensitivi. Accetto il
patto…ora sta a voi la prima mossa.
CONTINUA…
Note
Continuano
le varie saghe incrociate, che iniziano ad incrociarsi per formare un disegno
più ampio, in cui presto rientreranno anche altri elementi finora rimasti sullo
sfondo. Scopriamo anche la vera storia degli Eterni Kree, di cui avevamo avuto
una versione distorta nei numeri 8 e 9 della serie… gli stessi numeri in cui
abbiamo conosciuto Tehnek e Shaaaka, insieme ad una spiegazione parziale
dell’origine delle Nega-Bande. Quella che avete appena letto è, almeno per il
sottoscritto, la massima spiegazione che riceverete in proposito su questa
serie.