#18
LONTANO DALL’ALBERO
Quando si viaggia nello spazio, anche se si dispone della più avanzata tecnologia dell’universo, ogni tanto bisogna fermarsi da qualche parte. Se si è in questa zona della Via Lattea e non si va particolarmente a genio alle forze dell’ordine, di qualsiasi sistema planetario, c’è una sola fermata.
Arein, distante almeno due anni luce dalle maggiori rotte commerciali, e cinque volte tanto dal pianeta abitato più vicino. A metà tra la versione spaziale di un bar malfamato ed un motel dove non c’è bisogno di documenti.
La mensa, dove non si può abbassare la guardia perché chiunque ti può sparare alla schiena, specialmente mentre mangi. Due umanoidi appoggiano i loro vassoi su uno dei tavoli che galleggiano a mezz’aria. Qualche mezza tacca si lamenta, ma rinuncia quando nota la stazza dell’uomo con cui sta parlando.
-Questa roba fa veramente schifo – commenta la donna, avvolta in un ingombrante cappotto, nascondendo la faccia nell’ombra del cappuccio.
-Se qualcuno non avesse rotto il sintetizzatore alimentare, forse non ci saremmo dovuti fermare qui.
Il cappotto non riesce a mascherare bene il massiccio esoscheletro dell’uomo, ma in pochi si soffermano su altri particolari del suo aspetto.
-Di che ti lamenti ? E’ un posto tranquillo.
-Probabilmente è pieno di cacciatori di taglie…
-E allora ? Non sarebbe certo la prima volta. E poi abbiamo la nostra nave ancorata qua fuori, possiamo andarcene in un batter-
La donna si ferma, notando l’agitazione degli altri. In molti si sono alzati in piedi, o hanno fatto l’equivalente per la loro anatomia. Seguendo il loro sguardo, nota l’esplosione all’esterno della base spaziale, visibile attraverso le grosse finestre ancora stranamente pulite.
-Pama ! La nostra nave !
-Stai tranquilla, Una. Non è la nostra.
-Cosa sei, scemo ? E’ quella esattamente di fianco a quella che è appena esplosa !
-Dannazione, tutta la parte posteriore dello scafo è andata. Non andremo molto lontano con quella…
-Ci toccherà rubarne un’altra, Zey.
-Speriamo ne sia sopravvissuta qualcuna decente… detesto i modelli di importazione Shi’ar…
Mentre la metà dei clienti corre verso gli hangar per assicurarsi di avere ancora un mezzo di trasporto, i due ritornano a sedere… trovando qualcun altro al loro posto.
-Ehi, c’eravamo seduti noi lì !
L’uomo che gli ha rubato il posto alza lo sguardo dal piccolo computer portatile che tiene in mano. C’è qualcosa di familiare in lui, e non è solo la giacca militare Kree pesantemente rovinata dagli anni…
-Davvero ? E che pensate di fare, chiamare un Accusatore ?
-L’ultimo che ha fatto lo spiritoso con me ora ha la testa fracassata sulla Grande Torre a Tau Ceti VI…
-Uh. Gli atomi dell’ultimo che ha fatto lo spiritoso con me ora vagano nella cintura di asteroidi di Clavius II. Ho vinto io.
-Sei un figlio di…
-Non mi dai nessuna nuova notizia. Cambiando argomento…ho sentito che volete rubare una nave. Vengo anch’io.
-Tu non hai idea di chi hai davanti, vero ragazzo ?
-Certo. Siete Una-Rogg e Zey-Rogg, ricercati dall’Impero, o da quel che ne rimane, con una taglia di cinquanta milioni di crediti ciascuno.
-Sei…un cacciatore di taglie ? – chiede Una, preparandosi ad estrarre qualcosa dalla cintura, probabilmente un’arma.
-No, ma ne ho uccisi parecchi. Sentite, mi date un passaggio ve la rubo io la nave.
-E se invece prendessimo la tua ? – chiede Zey facendo la voce grossa, e cosa più importante puntando il fucile che ha sul braccio destro sulle tempie dell’estraneo.
-Sarebbe un po’ difficile, visto che è appena esplosa.
I due contendenti si guardano in cagnesco,cercando di intimidirsi a vicenda e rischiando di attirare l’attenzione più del necessario. Approfittando della distrazione, Una dà una veloce occhiata al contenuto del piccolo computer, spalancando gli occhi.
-Lascia perdere, Zey. Lo portiamo con noi.
-Ma, Una…
Non c’è bisogno di altri battibecchi: ha già visto quell’espressione sul volto di sua sorella. Poco prima di risucchiare la vita a qualche preda particolarmente invitante.
Los Angeles, California. E’ notte fonda, e sebbene “la città che non dorme mai” si trovi da tutt’altra parte, c’è ancora parecchia vita tra le strade.
Forse qualcuno ha notato la debole luminescenza emessa dall’alieno che fluttua a mezz’aria, ad una settantina di metri da terra, le gambe incrociate in un’antica posizione meditativa di Titano. Che, incidentalmente, è identica a quella classica terrestre.
Non indossa niente sopra la cintola, e sul suo torace appaiono e scompaiono veloci diverse piccole stelle. Anche sul volto e sulle palpebre abbassate.
-Ehi, Marv, ma hai una vaga idea di che ore siano
?
-Posseggo la Coscienza Cosmica, Rick – risponde senza aprire gli occhi – Sono in sintonia con l’intero universo; posso sentire il suo respiro, ascoltare miliardi di voci invisibili, vedere-
-…
-No, non ho idea di che ore siano.
-Sono le quattro di
notte. Il che significa che il tuo turno è finito da un pezzo, e che adesso
vorrei tornare a dormire a letto con mia moglie perché, ad essere sincero,
queste cavolo di foglie azzurre mi danno l’orticaria.
Ma che razza di pianeta hai trovato !?
-Mi dispiace. Il novantaduesimo pianeta che visito nella Zona Negativa, e ancora nessuna forma di vita che vada oltre la più elementare delle piante. Un’altra cosa su cui non ho indagato quanto avrei dovuto…
-Tutto a posto, Marv ? C’è un motivo particolare per cui te ne stai seduto tra due grattacieli a guardare i
lampioni ?
-Non riuscivo a dormire.
-Già. Beh, ho a che fare con dei super-eroi da quando avevo sedici anni, quindi il concetto di fare pazzie per prendere sonno non mi è del tutto estraneo. Però non sono stato fuso a livello molecolare con la maggior parte di loro, quindi se potessimo tornare a casa…
-Rick…cosa sai dei demoni ?
-Che
le loro mogli fanno una vita interessante, a giudicare dalle corna. Perché ?
-Ho sentito che…quello che è capitato quando eravamo nel rifugio del C…del Caaa… stupido blocco mentale… del Supervisore, è stato per colpa dei demoni.
-Così pare.
-Durante quella faccenda, ho avuto una visione. Di mio padre.
-Grande. Gli hai chiesto come sta Elvis ? Gli sarebbe stato simpatico.
-Non ho avuto occasione di parlare molto. Ma mi ha detto delle cose che mi hanno fatto pensare.
-A cosa ?
-Solo…pensare.
-Uh. Ovviamente ti rendi conto del fatto che era sicuramente un prodotto della tua mente, e che, insomma, non eravamo tutti dei campioni di salute mentale in quell’inferno. Non che lo fossimo prima, tra l’altro.
-Ci ho pensato. Ma era talmente…viva, come visione, che è quasi stato come parlarci.
-Te lo immaginavi più alto ?
-No, ma alcune delle cose che mi ha detto…sono vere, a modo loro, che fossi pazzo o meno.
-Ora inizi a farmi preoccupare, Marv.
-E’ solo che…posso sentire il respiro dell’universo, Rick. E da un po’ ho la sensazione che stia cercando di dirmi qualcosa, ma che io non sia capace di ascoltarlo.
-Okay, ora sono ufficialmente preoccupato.
-Rick, credo sia successo molto più di quello che pensavamo al rifugio del C- del Supervisore. Mi sono concentrato non poco su quello che hanno detto lui e mio padre, negli ultimi giorni, ed ho la schiacciante sensazione che qualcosa non quadri.
-Anch’io.
-Davvero ?
-Sono le quattro di notte e sto parlando con un alieno convinto che suo padre morto e l’universo gli lascino degli indizi. Direi che c’è decisamente qualcosa che non quadra.
-Non sono così pazzo, Rick…Insomma, lo so che mio padre non può dirmi niente e che…
Le Nega-Bande risplendono, emettendo segnali intermittenti. Il loro significato è chiaro.
-Mi stanno chiamando.
*Mi ricevi, Genis ? Sono Mentore di Titano.
-Oh, grande. Che c’è, Thanos è scoppiato a piangere perché la Morte lo ha
scaricato ?
-Dimmi pure, Mentore.
*Temo non sia un discorso conducibile in questo modo, Genis. Ti è possibile venire su Titano ?
-Non ci provare ! Dopo tutto il casino di Marlo e quei due pelleverde alla fumetteria, mi devi almeno una notte di sonno !
-E io che c’entro ? Sei stato tu a-
*Genis, sarebbe più comodo se tu parlassi con me invece che con Rick. Queste chiamate interplanetarie costano.
-Sarò su Titano domani mattina, Mentore… diciamo tra cinque ore.
*Bene. Dobbiamo parlare di alcune cose che riguardano te…e tuo padre. Chiudo.
Rick Jones e Genis-Vell si guardano attraverso i reciprochi riflessi sulle proprie Nega-Bande. Uno sguardo assonnato ma significativo.
-Che dici, gli porto un paio di dischi del Re ?
-Ma non siamo in una repubblica ?
-Marv, hai mai considerato le meraviglie dei
sonniferi ?
Una stanza dalle pareti verdastre ed una scarsa illuminazione. Ti non conosce la razza che ha costruito questo mezzo, né gli importa veramente. I comandi sono relativamente semplici, tanto che persino Zey è riuscito ad impostare una rotta. Certo, è bastato trovare il pulsante di accensione e mettere al massimo la velocità, accertandosi di non schiantarsi contro la stazione spaziale… ma per uno come Zey è pur sempre un grosso passo avanti.
Da una piccola sfera alloggiata in un piccolo buco sulla parete escono velocissimi raggi di luce verde, disegnando come pennelli di estrema precisione una mappa della galassia. Mentre Ti è alla ricerca del comando per selezionare soltanto la sezione di spazio in cui si trovano, il grosso cerchio metallico alle sue spalle esegue un giro completo e scivola di lato, lasciando entrare l’aggraziata figura di Una-Rogg.
-Zey vuole sapere se il nostro ospite misterioso ha deciso quale rotta seguire…
-Non ancora.
La mano guantata di nero di Una gli accarezza il collo, ma Ti afferra il polso e lo sposta.
-Piantala.
-Hai qualche problema con le donne ?
-Più che altro, ne ho parecchi con gli esseri viventi. Ecco, trovato.
Miliardi di stelle spariscono nel giro di una frazione di secondo, lasciandone sono un centinaio. Un quadrato blu lampeggia, indicando la posizione attuale della nave.
-Te la cavi bene, per uno che non aveva mai messo piede su una nave come questa.
-Quando hai visto un sistema di guida tridimensionale li hai visti tutti. Quale è la vostra destinazione ?
-Terra. La conosci ?
-So dove si trova. Che ci andate a fare ?
-Vendetta. Il figlio dell’uomo che ha ucciso mio padre si trova lì.
-Hhhmmm.
Ti fissa per qualche istante il settore in cui si trovano, totalmente disabitato. Lo conosce; la loro rotta è inclinata di quasi novanta gradi rispetto a quella necessaria per raggiungere la Terra.
-L’uomo che ha ucciso tuo padre è ancora vivo ?
-No, è morto anni fa.
-Allora perché cercare suo figlio ?
-E’ morto per cause naturali. Non è stata fatta giustizia. La faremo noi.
-Giustizia ? Da quando i ricercati si preoccupano della giustizia ?
-Dipende tutto dai punti di…ehi, non rispondo alle domande di uno che non mi ha nemmeno detto il suo nome.
-Curioso. Assorbire l’energia vitale al primo appuntamento lasciando uno scheletro fumante va bene, ma niente domande.
-Cerchi rogne ?
-Questa è una domanda.
-Non so chi ti credi di essere, ma…aspetta, che stai facendo ?
Le stelle aumentano così velocemente da illuminare la stanza come un tuono silenzioso. La Via Lattea appare in tutto il suo splendore, iniziando poi a rimpicciolirsi sempre di più. Quando è poco più grande di una stella appaiono altri piccoli ammassi di luce. Le galassie più vicine. Si forma una linea sottile tra due tra le più vicine. Una riconosce la destinazione come la Grande Nube di Magellano, come la chiamerebbero i terrestri. Il nome Kree, tradotto, sarebbe…
-La Galassia Originale !?
-Andremo qui – risponde Ti indicando un angolo della galassia.
-Non ci arriveremo mai con una nave così piccola !
-Non ho detto che ci arriveremo con questa nave.
-Perché non ci andremo ! La nostra destinazione è la Terra !
-Non più.
-Allora avevo ragione, sei un cacciatore di taglie, non è così ? – domanda rabbiosa mentre dai bracciali escono due lame di venti centimetri, abbastanza acuminate da passare attraverso i tessuti ossei della maggior parte degli esseri viventi. Sempre che si abbia la possibilità di avvicinarsi. Una non ha nemmeno il tempo di fare un passo avanti, né di capire cosa estragga Ti – sempre che l’abbia fatto. Quello che fa in tempo a vedere è una scintilla sulla sua mano, prima che due raggi di energia distruggano le lame. Non ha altre armi in questo ridotto costume. Il prezzo della seduzione.
Si lancia contro Ti, nel tentativo di strangolarlo, ma con la stessa velocità di prima (non che fosse possibile misurarla) riceve un pugno sulla mascella, abbastanza forte da farla cadere a terra. Per un attimo le sembra di avvertire la sensazione che prova quando assorbe dell’energia vitale, anche se in quantità insignificante.
Cerca di rialzarsi, ma lo stivale sinistro di Ti spacca a metà il comunicatore installato nella cintura e allo stesso tempo, tutt’altro che involontariamente, le toglie il fiato. Con un gergo degno di uno scaricatore di porto spaziale Skrull, gli urla insulti riguardanti le sue tendenze sessuali e la professione della madre, ma non c’è già più nessuno da insultare. Senza che la porta sia stata aperta, Ti è scomparso.
Cabina di pilotaggio. Nome arcaico per una stanzetta con due sedie arrugginite, cinque schermi ed una tastiera che muta forma a seconda dei comandi richiesti.
Lo schermo principale, talmente grande da poter essere scambiato per un vetro, non mostra niente di particolarmente interessante per chi è nato in una cultura interstellare o per chi abbia visto un po’ di film terrestri. Anche se così non fosse, raramente gli interessi di Zey-Rogg coincidono con quelli degli altri.
Si è innervosito abbastanza nel cercare di capire come far partire la nave, quindi non si mette troppo a riflettere sullo sconosciuto che sua sorella ha portato a bordo. In fondo, Una è abbastanza in gamba da cavarsela. E se così non fosse…pazienza, avrebbe dimostrato di non essere degna dell’eredità dei Rogg.
Sempre che ci fosse, questa discussa eredità…si potrebbe dire che iniziò e finì con Yon-Rogg. Anni prima, Zey aveva tentato la carriera militare, per emulare il padre. Ma anche se i Kree ammirano gli spiriti indomiti, raramente gradiscono l’insubordinazione.
Strana ironia, che i figli di uno dei più rinomati Colonnelli della storia Kree si siano ritrovati ad essere braccati come comuni criminali… mentre il figlio del più grande traditore dell’Impero viene persino ritenuto un eroe da qualche razza barbara. Ancora per poco, però: giusto il tempo di raggiungere il sistema Sol.
Soltanto ora Zey esce dal proprio flusso di coscienza (inutile sottolineare quanto sia stato breve il viaggio), accorgendosi di non essere più sulla rotta precedente. Come lo abbia capito, nonostante una congenita difficoltà a comprendere le cose più ovvie, resta uno dei grandi misteri della mente Kree. Uno dei molti.
-Pama ! Stiamo andando nella direzione sbagliata !
I controlli non sono particolarmente agevoli per le grossa dita di Zey, rese ancora più inutili dalla fretta. Un bagliore giallastro illumina la stanza, ed il colosso si volta per osservarne la fonte. Il navigatore ancora senza nome lo fissa, avvolto da un debole bagliore.
-Ingegnosa come nave. Credo sia dei Kernel, o di qualcuno della loro zona. Mi sa che farò un salto da loro…sempre che scopra chi accidenti sono, e sempre che me ne importi qualcosa.
-Di che parli ?
Zey inizia a diventare nervoso. La prima cosa che insegnano all’Accademia Imperiale è a guardare il nemico negli occhi. Gli occhi di Ti ora emanano luce.
-Una volta nel mio equipaggio ho avuto uno Shi’ar che diceva che la struttura delle navi dice molto sulla cultura che le ha costruite. Per esempio, i comandi delle navi Kree sono esclusivamente nella sala di comando, a simboleggiare la maniacale ricerca di controllo. Le navi Shi’ar invece hanno postazioni di comando multiple, e per quel tizio era segno di estrema civilizzazione. Si dimenticava però che l’unica sezione in grado di controllare la nave senza l’autorizzazione del capitano è quella dedicata alle armi. Bravo soldato. Mi è dispiaciuto farlo fuori, ma non sopporto gli ammutinamenti.
-Dove stiamo andando ?
Ti osserva la propria mano mentre cessa di essere carne e sangue per diventare energia. Zey dà energia al proprio esoscheletro, diventando ancora più massiccio ed imponente di prima. Non che Ti sia minimamente impressionato.
-Divago. Di solito non lo faccio, ma è raro che mi stiano a sentire. Dicevo… la nave può essere controllata anche dalla sezione cartografia, che può escludere il comando centrale. Chissà, magari per qualcuno questo dice qualcosa su questi Kernel.
-Rimetti subito la nave sulla rotta precedente ! Ti avverto…
Zey punta il fucile che ha sull’avambraccio contro la faccia di Ti, che sorride. Un suono bizzarro segnala l’attivazione del sistema di comunicazioni interno.
-Zey, che fine ha fatto l’altro ?
-E’…sotto controllo, Una.
La voce tentennante e la goccia di sudore sulla fronte indicano il contrario, veramente.
-Dobbiamo buttarlo fuori dalla nave e andarcene il prima possibile ! Credo sia il Predatore… non fare niente di stupido o siamo morti, Zey !
Il figlio di Yon-Rogg stringe in pugno, rilasciando abbastanza energia da far esplodere la testa di Ti come un buffo palloncino. Frammenti di cranio e di cervello si fermano a mezz’aria per un istante; poi miriadi di raggi di luce partono dalla loro posizione, ricostruendo la testa come se fosse uno strano puzzle.
Tutto questo agli occhi di un osservatore attento. Quello che importa a Zey-Rogg è che la testa del suo bersaglio è esplosa e si è ricostruita.
-Ora…questo è decisamente quello che definirei stupido. Non sei d’accordo ?
Zey si vede arrivare addosso quello che, a prima vista, è soltanto un pugno di luce. Che però emette abbastanza energia termica da formare un alone di aria calda pressoché solida. Tutto questo, solo nel caso in cui il pugno non abbia incrinato pesantemente la vostra corazza di plasti-acciaio temprato; in quel caso, non è particolarmente interessante.
Zey fa soltanto un passo indietro, prima di essere investito da un colpo più veloce del suo occhio che lo scaraventa contro il muro. Perde l’equilibrio e cade ingloriosamente a terra, ritrovandosi a pochi centimetri dalla faccia la mano energetica di Ti, caldissima.
-Fai un solo respiro senza che io te l’abbia ordinato e ti ritroverai senza faccia. Miglioreresti soltanto, comunque.
-Una ! Uccidilo !
Soltanto ora Ti si volta e vede la donna dalla pelle blu puntargli contro un fucile così pesante da riuscire a malapena a sollevarlo. Nel giro di un secondo, la mano destra torna ad essere carne e sangue e l’avambraccio sinistro lascia spazio ad un flusso di elettroni, che colpiscono l’arma come una frusta. Come se fosse elastico, il braccio torna indietro e ritorna materia.
-Dilettanti.
-Ti ammazzo !!!
Zey si alza il più in fretta che può, pronto a saltare al collo di Ti, meno della metà in quanto a massa.
-Non ti avevo detto qualcosa, riguardo le cose stupide ? E poi c’è ben altro di cui preoccuparsi, adesso.
Un altro colpo rimette Zey al suo posto. Non esattamente dispiaciuta nel vedere qualcuno dare una lezione al fratello, Una si tiene a debita distanza e nota:
-Gli allarmi stanno suonando… chi li ha azionati ?
-Credo fosse una nave di contrabbandieri, quindi è più che normale che sia progettata per restare alla larga dalle autorità. Guarda qui – indica uno degli schermi picchiettandoci sopra.
Una si avvicina, incurante del fatto di essere a pochi centimetri dall’uomo che ha appena steso Zey. Quello che viene segnalato dalla strumentazione è molto più importante.
-Pama ! Siamo circondati !
-Andiamocene… - suggerisce Zey mentre controlla la bruciatura al naso che si è appena procurato.
-Non si può. I comandi sono bloccati, e poi non siamo abbastanza veloci.
-Quante navi per una coppia di dilettanti. Due incrociatori e sedici navi di appoggio…qualcuno ce l’ha seriamente con voi.
-Forse cercano te.
-Improbabile. Ci sarebbero almeno sedici incrociatori e magari una corazzata, sempre che ne abbiano ancora in dotazione.
-Se sei così importante, potremmo consegnarti a loro e-
Non c’è nemmeno il tempo per finire la frase: Zey è già a terra a cercare di fermare il sangue che gli esce dal naso.
*Figli di Yon-Rogg ! – gracchia il sistema di comunicazioni – Per ordine dell’Accusatore Supremo, vi giudichiamo traditori dell’Imprero e vi condanniamo seduta stante alla pena di morte. Avete sedici zrek per arrendervi e guadagnarvi una morte indolore.
-“Accusatore Supremo” ? O sono rimasti parecchio indietro o fanno capo a qualche cellula clandestina.
-Da quando siamo traditori !? Siamo i figli di Yon-Rogg, per Pama !
-Ehi, se sei così in gamba, come sei finito in trappola così ? – chiede Zey rialzandosi malamente in piedi.
-Sapevo che c’era un posto di blocco qui. Mi limito a passarci dentro, come al solito. Sentite…siete degli incapaci con delle mire troppo grandi e nessun obiettivo serio. Vostro padre era una leggenda, adesso è sinonimo di fallito. Volete riuscire dove lui ha perso ? Volete mostrare che non è vero che un frutto cade sempre vicino all’albero ?
-Cos’è che vuoi, Predatore ?
-Un equipaggio. Consideratevi arruolati nella mia nuova ciurma.
I due fratelli si guardano, capendo subito che non hanno molte altre speranze. Possono sempre tradirlo alla prima occasione, dopotutto.
-Bene. Questa volta ci penso io a risolvere tutto. Un’ultima cosa…
Ti solleva le maniche della giacca militare, trasformando quanto scoperto in energia purissima.
-Chiamatemi Ti-Vell.
CONTINUA…
Note
Numero di pausa per riprenderci dalle fatiche di Inferno2, e per approfondire il personaggio di
Ti-Vell. I figli di Yon-Rogg
vengono naturalmente dalla serie americana di Capitan Marvel,
anche se la loro apparizione ad opera di Peter David non rientra nella nostra continuity.
Inutile dire che resteranno nei paraggi ancora per un po’.